Transnistria, la regione-cuscinetto nel cuore del conflitto
21 Marzo 2022Deposito Nazionale Rifiuti radioattivi cerca casa, i territori in rivolta
23 Marzo 2022Museo Ucraina a Bologna, ora è un centro di accoglienza
di Maurizio Benedettini
Bologna– Lyubov Sandulovich, per chi la conosce semplicemente Lyuba, aveva un desiderio, un sogno e con grande fatica l’ha realizzato. Fermamente convinta che se non ci si prende cura della propria storia, delle proprie radici, non c’è futuro.
Soprattutto per questo motivo ha aperto a Bologna, all’inizio di dicembre del 2021, un museo che racconta in modo intimo e personale la sua terra natia, l’Ucraina.
E’ arrivata in Italia vent’anni fa ed è rimasta sempre molto legata alla sua patria, i contatti con parenti e amici non si sono mai interrotti.
Insieme ad altri connazionali divulgava con passione la cultura ucraina mettendo in scena spettacoli in costume in giro per la nostra Regione.
Questo fino al giorno in cui Vladimir Putin ha ordinato l’invasione del suo Paese. Erano in viaggio quel giorno, destinazione Modena, per indossare i loro costumi tradizionali e ballare per il loro pubblico. Prima di arrivare hanno ricevuto la notizia dell’invasione e per loro è subito stato chiaro cosa stava per succedere. Tramortiti dallo shock hanno comunque onorato il loro impegno con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore. Hanno indossato i loro costumi più belli, più preziosi e hanno ballato.
Di nuovo, come già altre volte nella storia, i russi cercano di cancellare l’identità dell’Ucraina.
Le principali motivazioni mal celate dietro ad ogni guerra sono di carattere economico, in questo caso il gas, il petrolio, il grano. Ma c’è di più. C’è l’espressa volontà di annullare una cultura, una lingua, un popolo, in una parola una nazione.
Parlare con Lyuba è un arricchimento culturale, come leggere un libro di storia. Una storia che conosce bene anche perché in parte l’ha vissuta sulla sua pelle.
In questo momento i locali del museo sono un centro di accoglienza: dall’hub delle Caserme Rosse (un nome non esattamente ben augurante) di via Corticella arrivano mamme e bambini dalle città bombardate che vengono registrati e smistati, con l’aiuto di diverse associazioni, in strutture o famiglie che li possono ospitare e cercare di farli sentire al sicuro.
Come in altre occasioni gli italiani si stanno dimostrando generosi, accoglienti, pronti ad aiutare.
L’obiettivo primario sono i bambini che hanno tutto il diritto di inserirsi, di studiare, di giocare e di continuare a sperare.
Lyuba è una donna forte, ultimamente mangia poco, dorme ancora meno, ma non molla.
Quello che sta facendo la assorbe completamente, la sente come una missione, un sacro dovere.
Non imbraccia un fucile, ma aiuta il suo popolo come può, come riesce.
Se non volete credere alle immagini, ai racconti, alle testimonianze dirette, potete fare una semplice cosa: andate di persona e guardate negli occhi i bambini arrivati dall’Ucraina, sono qui, ora, sono tra noi. Gli occhi dei bambini non mentono perché non lo sanno fare.
Tornerà il tempo delle visite guidate al museo, dove imparerete tanto di questa antica cultura, tornerà il tempo degli spettacoli in costume, ma in questo momento le bollette sono da pagare e quindi se volete dare un aiuto concreto, ora sapete come.
Il museo “Ucraina” di Bologna si trova in via San Donato 149