Ncc, L’ambasciata Usa bacchetta il governo

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Ncc, L’ambasciata Usa bacchetta il governo

Secondo l’ambasciata americana a Roma i provvedimenti sul noleggio con conducenti rischiano di ostacolare milioni di turisti attesi per il Giubileo. E non solo.

Ambasciator non porta pena.

Un detto antico come il mondo che ha accompagnato le civiltà di ogni epoca e luogo, onorato quasi sempre, a parte qualche caso isolato nella storia, come quando nel 480 a.C. il Re di Sparta Leonida fece uccidere i messaggeri persiani che lo avevano raggiunto per annunciargli l’avvicinamento delle loro truppe. A distanza di qualche secolo, se non porta pena, l’ambasciata statunitense a Roma, porta almeno un po’ di imbarazzo nei corridoi del potere italiani. Soprattutto in quelli del Ministero dei Trasporti e del Viminale. Là dove è stato ideato e formulato il decreto interministeriale che introduce obblighi stringenti per chi offre il servizio di noleggio con conducenti.

Nuovi obblighi per il servizio noleggio con conducenti

Si tratta di una norma di attuazione di una Legge del 2019 emanata durante il Governo Conte I che, in comune con il Governo attuale, ha lo stesso vice-premier e un infatuazione non celata per i principi protezionistici. Il decreto interministeriale, firmato dai due Matteo della squadra di Governo del Presidente Meloni, ovvero Salvini e Piantedosi, rende obbligatori il cosiddetto foglio di servizio elettronico e la pausa di venti minuti tra la corse. Due misure che secondo l’ambasciata americana a Roma rischiano di danneggiare interi modelli di business, scoraggiare investimenti e ostacolare i turisti che, con il Giubileo alle porte, sono pronti a riversarsi nella Capitale e nel resto del Belpaese.

Turisti americani per il Giubileo

Soltanto dagli Usa si attendono dieci milioni di visitatori per il 2025.

Il Giubileo del 2025 sarà una prova cruciale per Roma e l’Italia.

Con milioni di pellegrini e turisti in arrivo, un sistema di trasporto e di mobilità efficiente rappresenterà il filtro attraverso cui garantire una buona accoglienza e preservare l’immagine del Paese. Nelle principali città italiane, il sistema di trasporto pubblico e privato è già sotto pressione da almeno due anni, causando disagi, testimoniati spesso da foto, video e post, sui social, di utenti in fila davanti le stazioni ferroviarie, gli aeroporti o i siti più attrattivi, in cerca di una vettura che li vada a prendere.

Già nell’estate del 2023, il nostro giornale aveva raccontato come l’Antitrust avesse avviato una attività di indagine, per verificare se il meccanismo delle licenze a numero chiuso per i tassisti impedisse la concorrenza nel settore, estromettendo altri cittadini dalla possibilità di accedere alla professione, con conseguenti ricadute sulla soddisfazione della domanda del servizio. https://www.laredazione.net/taxi-e-di-nuovo-la-storia-della-coda-infinita/

Taxi e ncc, cosa accade nelle grandi capitali

In un contesto di disagio come quello in corso, i consumatori si rivolgono in maniera indifferenziata a taxi e Ncc, che tendono perciò a confluire in un unico mercato. 

Ma se Roma attualmente dispone di circa 7800 taxi e poche migliaia di Ncc, a fronte del paragone con Parigi che ha 20 mila taxi e 45 mila Ncc, si comprende come il modello delle grandi capitale europee sia ancora lontano da raggiungere. Neppure con la promessa di nuove mille licenze per i taxi e duemila per gli Ncc, annunciate dal Sindaco di Roma, in vista proprio del Giubileo.

I problemi di mobilità e la difficoltà negli spostamenti sono destinati a perdurare e, secondo le autorità statunitensi, l’ultimo decreto interministeriale che regola ulteriormente il settore potrebbe anzi aggravarli, con ripercussioni negative su turismo e ambiente imprenditoriale. 

Gli Stati Uniti considerano le nuove regole delle “barriere di accesso al mercato” che scoraggiano gli investimenti, di player come Uber che vorrebbero espandere la propria presenza in Italia. Intaccate anche la flessibilità e la possibilità di scelta offerte ai consumatori, penalizzati dalla carenza di un servizio efficiente ed economico. Questo clima di ostilità alla libertà d’impresa e all’innovazione nei confronti del servizio di mobilità lo aveva già sfidato il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, uscendone trionfatore dinanzi alla Corte Costituzionale, quando proprio l’attuale Governo nazionale aveva impugnato la sua legge che prevedeva il rilascio di duecento nuove licenze di Ncc e consentiva agli stessi di avvalersi di un’app per la prenotazione per le corse. Nel mese di Marzo, sul nostro giornale avevamo dato ampio alle due pronunce della Consulta che davano ragione al Presidente Occhiuto e alle sue dichiarazioni successi e: «La Calabria vince una battaglia storica, perdono le corporazioni e la logica protezionistica».

Non è però bastato e, adesso, a diradare la nebbia del protezionismo, ci provano gli statunitensi, che attraverso la loro ambasciata seguono il caso da vicino auspicando maggiore flessibilità nelle regole. Questo sì, che sarebbe un cambiamento climatico di cui sentiremmo gli effetti dirompenti. Quella rivoluzione liberale troppe volte annunciata e rinviata, storpiata dalla continua introduzione di nuove regole, divieti e reati negli ambiti più disparati, un po’ per convinzione ideologica, un po’ per un affannato tentativo di far notare la propria identità, un po’ per compiacere le proprie lobbies di riferimento.

Nel frattempo, in attesa della rivoluzione liberale, i sindacalisti dei tassisti hanno reagito alle raccomandazione provenienti dagli Usa al grido di: «il Parlamento e il governo italiani sono sovrani», mentre fonti del Ministero hanno fatto sapere che i decreti resteranno così come sono. Gli Ncc, dal canto loro, hanno già indetto una manifestazione nelle principali città italiane per Giovedì 12 Dicembre e la loro Federazione di riferimento “MuoverSì” ha fatto sapere di essere pronta a presentare un disegno di legge per aggiornare le norme ferme alle Legge del 1992, che regolano il settore.