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6 Aprile 2025Pena di morte, numero record

Record di esecuzioni, mai così alte negli ultimi dieci anni. L’Iran si presenta come Paese “boia” con il 64% delle uccisioni. Anche gli USA fanno registrare un costante aumento.
C’è un dato che colpisce di più: le pene di morte nel mondo hanno segnato il record degli ultimi dieci anni. È quanto emerge dall’ultimo report di Amnesty International, secondo cui il numero di esecuzioni registrate nel 2024 è il più alto dal 2015.
Andando ad analizzare meglio il report, tuttavia, emerge un secondo dato che è forse la buona notizia di questo documento.Tutte le pene capitali mondiali sono state eseguite in soli 15 Paesi, il numero più basso mai registrato per il secondo anno consecutivo. 113 sono i Paesi che hanno abolito completamente la pena capitale e in 145 quelli che l’hanno eliminata o per legge o per prassi. Per la prima volta, sono stati più di due terzi gli Stati membri delle Nazioni Unite a votare favorevolmente alla risoluzione per una moratoria. C’è tuttavia un buco nero nelle rilevazioni, legato all’opacità nella diffusione dei dati parte di Cina, Corea del Nord e Vietnam, in cui il ricorso alla pena di morte è notoriamente massiccio. In ogni caso fra le esecuzioni accertate, il 91% è made in Medio Oriente, in particolare Iran, Iraq e Arabia Saudita, in cui si è assistito ad un aumento definito“vertiginoso” nel rapporto.
La pena di morte in Iran
Addirittura nella sola Repubblica islamica di Teheran si sono contati il 64% di tutti i casi noti. In Medio Oriente, inoltre, le condanne a morte sono state utilizzate per giustiziate difensori dei diritti umani, dissidenti e minoranze etniche. In questa deriva si fa strada il ricorso alla pena capitale per i reati comuni e meno gravi. Il 40% delle volte in cui il boia è entrato in gioco, infatti, è stato non per omicidio, ma per reati legati alla droga. E questo a livello globale. In questo solco sono da interpretare le parole di Donald Trump che recentemente aveva invocato la pena di morte nei confronti di “stupratori violenti, assassini e mostri”.
Già nel primo giorno del suo nuovo mandato, il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone al Dipartimento di Giustizia di perseguire la pena di morte “per tutti i crimini di una gravità tale da richiederne l’uso”. Il primo a farne le spese potrebbe essere il ventiseienne Luigi Mangione, accusato dell’omicidio dell’amministratore delegato di United Health Care. Il Dipartimento di Giustizia ha chiesto la pena capitale. Gli Stati Uniti, non a caso, vengono subito dopo i Paesi del Medio-Oriente e hanno fatto registrare un costante aumento dalla fine della pandemia. Amnesty International ha sottolineato come nell’ultimo periodo diversi leader politici hanno strumentalizzato la pena di morte con il falso pretesto di migliorare la sicurezza pubblica o per seminare paura tra la popolazione e creare consenso.