Le App green, dal risparmio carburante all’acqua, ecco quali sono
17 Ottobre 2022Iran, il blocco di Internet per silenziare le proteste
21 Ottobre 2022Piccoli martiri di Gorla, la strage dei bambini 78 anni dopo
Anche quest’anno saranno ricordate le vittime di Gorla, un quartiere a nord-est di Milano, dove nella scuola elementare il 20 ottobre del 1944 persero la vita 184 bambini e 19 adulti. Un “effetto collaterale”: l’aviazione americana voleva in realtà distruggere gli stabilimenti ritenuti al servizio dell’industria bellica.
La sola parola ‘guerra’ reca con sé tanti sentimenti, dalla tristezza alla rabbia passando per la disperazione e l’impotenza. Eppure sono sempre troppo pochi per descrivere ciò che davvero gli eventi bellici provocano nella storia di un popolo, di un Paese e soprattutto nella vita delle persone. Come durante la Seconda Guerra mondiale, è il caso della strage dei piccoli martiri di Gorla, un quartiere situato nella zona nord-orientale di Milano, dove nella scuola elementare Francesco Crispi la mattina del 20 ottobre del 1944 persero la vita 184 bambini e 19 adulti. Nato inizialmente come Comune autonomo, per essere poi annesso alla città milanese nel 1923, Gorla è divenuto principalmente noto alle cronache dopo i fatti tragici di quel giorno, ancora oggi commemorati.
Il monumento di Remo Brioschi
Ogni anno, infatti, le piccole vittime vengono ricordate davanti al Monumento ai Piccoli martiri di Gorla, realizzato nel 1947 da Remo Brioschi raffigurante una madre che sorregge il corpo di un bambino e alle spalle la rappresentazione bronzea di ciò che accadde la fatidica mattina del 20 ottobre di 78 anni fa: un aereo che sgancia una bomba su un edificio e il suo inevitabile scoppio.
Un “effetto collaterale” della guerra
I drammi bellici sono sempre strazianti, ma in questo caso specifico siamo davanti a quello che più comunemente viene definito come “effetto collaterale” della guerra. Il bombardamento di cui la scuola è stata vittima, difatti, è in realtà avvenuto per opera dell’aviazione americana nel tentativo di distruggere gli stabilimenti milanesi operanti nel settore meccanico-siderurgico e dunque ritenuti probabilmente al servizio dell’industria delle armi belliche. L’operazione, in realtà, vede la sua luce nel febbraio del 1944 quando un rapporto della Royal Air Force britannica informava di questi impianti produttivi nell’hinterland milanese, in particolare l’Alfa Romeo, la Breda e la Isotta Fraschini, scegliendo così come data di attacco quella del 20 ottobre 1944.
Gli obiettivi mancati erano l’Alfa Romeo, la Breda e la Isotta Fraschini
Tre Bomb Group vennero dunque preparati nei mesi successivi, fino ad arrivare al fatidico giorno che ha cambiato per sempre la storia di un quartiere e delle sue famiglie. Nella data X, i due bombardieri B-24 del 461° gruppo (con 38 aerei) e B-24 del 484° gruppo (con 29 aerei) arrivarono agli obiettivi decisi, ovvero allo stabilimento dell’azienda Isotta Fraschini e dell’Alfa Romeo, seppur parzialmente. Parte di alcune bombe, infatti, caddero sui palazzi circostanti contando così numerose vittime tra i civili. Mentre l’ultimo gruppo di bombardieri B-24 del 451° group con 36 aerei andò completamente fuori rotta. facendo così mancare l’obiettivo ovvero la Breda di Sesto San Giovanni. La missione poteva così definirsi fallita, ma le bombe erano ormai già innescate: non fecero in tempo a raggiungere zone isolate e le bombe vennero sganciate ugualmente, anche se c’erano abitazioni civili e non obiettivi militari, prima di ritornare alla base.
Un’operazione militare con 614 vittime civili
Nonostante fu lanciato l’allarme, molti non riuscirono a raggiungere i rifugi sotterranei e in particolar modo a risentirne di più è stato l’istituto Francesco Crispi, dove morirono 14 insegnanti, quattro bidelli e un assistente sanitaria oltre ai genitori rimasti feriti per salvare i loro piccoli, di cui 184 non ce l’hanno fatta. In totale a Milano quel giorno per l’operazione aviaria americana si poterono contare 614 vittime civili, a cui vanno aggiunti numerosi feriti, persone rimaste senza un tetto e resti non identificati per via della vicinanza all’esplosione. Anche quest’anno per l’anniversario della strage la commemorazione avviene con la celebrazione della Santa Messa in memoria delle vittime e con l’intervento delle Autorità Civili. Come cita la scritta sul Monumento dedicato ai piccoli caduti: “Ecco la guerra”. Ogni anno, per non dimenticare ora più che mai.