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Abbiamo fatto un giro a San Gregorio Armeno, tra le nuove statuine ora compare anche il vaccino
di Roberta Caiano
Te piac ‘o presepe?, recitava Eduardo De Filippo in Natale in casa Cupiello. La storica commedia del drammaturgo napoletano è la perfetta incarnazione di cosa significhi questa festività e l’arte presepiale a Napoli. Cura, famiglia e tradizione sono i mattoni su cui poggia l’arte dei presepi, ma tradizione fa spesso rima con innovazione. Lo sanno bene i maestri pastorai di via San Gregorio Armeno, dove va in scena un vero e proprio mondo parallelo in cui la magia del sacro si sposa con il profano. Il vero cuore di Napoli è lì, tra statuette e corni che rappresentano appieno la società partenopea e non, di oggi e di ieri.
Antica di secoli, l’arte del presepe nasce nel XIII secolo con San Francesco, il quale per rappresentare la Sacra Famiglia utilizzò proprio delle statuette. Fu così che nei luoghi di culto iniziò a diffondersi l’usanza del presepe, relegata in quel periodo a chiese e monasteri. La sua venuta al mondo anche nei luoghi profani la si vede solo tempo dopo, intorno al Seicento, quando gli aristocratici napoletani iniziarono ad incaricare i maestri pastorai di San Gregorio Armeno di realizzare scene religiose originali e personali utilizzando la loro arte e maestria. Il luogo non è un caso. Infatti l’antica stradina partenopea, risalente all’età greco-romana, un tempo ospitava un tempio dedicato a Cecere, dea della terra e della fertilità, a cui i cittadini donavano statuine di terracotta come segno di augurio. Soltanto secoli dopo le reliquie di San Gregorio, patriarca di Armenia, vennero portate a Napoli proprio nella chiesa situata presso la famosa via del centro storico, conosciuta anche con il nome di San Liguoro, da cui prenderà il nome. Questo intreccio tra classicità e modernità fa sì che il presepe diventi pian piano sempre più artistico, trasformando la via nel luogo simbolo del presepe napoletano. Nel periodo a cavallo tra Seicento e Settecento, difatti, il culto delle statuette diventa una vera e propria forma d’arte attraverso bancarelle di artigiani e maestri che le espongono, rappresentando uno dei posti più attrattivi della città e del mondo.
E’ così che l’arte presepiale si sdogana dal solo culto religioso e si spinge alla realizzazione di statuette di personaggi appartenenti al mondo della cultura, diventando monito del mutamento della società. Infatti, ogni anno la strada si affolla di turisti ma anche di cittadini partenopei e campani, i quali ritengono un rito obbligatorio passeggiare tra i vicoli del centro storico e ammirare la bellezza dell’arte dei presepi. Ma anche per scoprire quali sono le novità dell’anno in corso e quali personalità del mondo politico, culturale e dello spettacolo meritano un posto sui banchi dei maestri artigiani. Quando nel mondo si inizia a diffondere qualche notizia che scombussola l’intero pianeta, il primo posto in cui l’evento viene cristallizzato è proprio San Gregorio Armeno, con le statuette già pronte. Anche se è stracolma di gente in tutti i mesi dell’anno, il periodo natalizio è sicuramente quello più ambito per visitarla. Da ottobre a dicembre la stradina diventa ancora più piccola e si infonde di ricchezza e magia, forse unica occasione in cui è evidente l’abbraccio tra sacro e profano con le statuette che variano dalla Natività ai Re Magi oltre che ai pastori di venditori di frutta, di pesce, il macellaio, il vinaio, la zingara, l’acquaiola fino ad arrivare ai personaggi famosi con attori, calciatori, politici e celebrities dello showbiz
A questo proposito, non si può dunque non fare riferimento al 2020, anno in cui lo scoppio della pandemia da coronavirus ha sconvolto anche il mondo artigiano, e quello presepiale non è stato da meno. Botteghe chiuse, turisti invisibili e poche persone hanno fatto da cornice ad una strada in cui è calato il buio, laddove sorgevano sempre ironia e sorrisi. Tra lockdown, restrizioni e scarsa mobilità i maestri pastorai hanno vissuto uno degli anni più brutti, anche e soprattutto dal punto di vista economico. Soltanto nel periodo delle festività di Natale hanno potuto scorgere una luce in fondo al tunnel attraverso la crescita del numero di visitatori, anche se gli acquisti non sono stati direttamente proporzionali a questo aumento. Ma la loro gioia più grande è stata quella di riuscire a tenere aperte le loro attività, almeno per tentare di rientrare nelle spese, con la speranza e l’augurio che possano rimettersi presto in sesto. Intanto, questo virus e quest’anno maledetto, non hanno offuscato la loro arte manuale e la loro creatività. Non appena la pandemia è scoppiata, tra i tavoli di lavoro sono apparse le statuette di medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari, considerati eroi per i loro sacrifici, soprattutto nella prima fase dell’epidemia, e per tutte le vite che hanno salvato o cercato di salvare. La rivisitazione più recente di questo omaggio ha visto apparire sul presepe un dispenser con l’igienizzante per le mani, al posto dell’acqua Santa, il vaccino e i Re Magi con le mascherine, con tanto di cartello di testimonianza della loro non contagiosità con la scritta: “Già tamponati”.
Tra i tanti morti che questo virus ha mietuto nel 2020, ci sono state anche perdite di personaggi illustri che nulla avevano a che vedere con la pandemia. Primo tra tutti Diego Armando Maradona, tra le statuette più vendute e realizzate in tutte le trasposizioni possibili e immaginabili. Come ben si può intendere, il pibe de Oro è considerato una divinità a Napoli e nel mondo, da tifosi e non solo. E un posto d’onore non poteva mancare nel presepe di quest’anno, già colmo di dolore e tristezza. Mai come in queste occasioni, i maestri artigiani tirano fuori il meglio della loro arte e fantasia. Maradona è apparso in tutte le salse, ma una delle versioni più belle è quella che lo vede rappresentato con le ali, simbolo della sua dipartita in cielo ma che resterà sempre nel cuore di ogni tifoso e persona che lo ha amato.
Oltre alle personalità emerite che ci hanno lasciato in questo anno funesto, sui presepi troviamo anche novità legate al mondo della televisione. L’ultima riguarda le statuette dei partecipanti del Grande Fratello Vip 2020, apparse in occasione del Natale nella casa più spiata d’Italia per riportare alla ribalta l’arte presepiale e risollevare l’economia e l’umore. Che si tratti di sacro o profano, l’antica arte dei presepi continua ad illuminare la città nel mondo con le sue creazioni tramandando la tradizione anche nell’era più difficile. E a voi, piace il presepe?