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Salvini e i leghisti depositano il nuovo simbolo, ma il futuro è incerto
di Paolo Trapani
Un nuovo soggetto politico, che magari nasce per le elezioni regionali in Sicilia ma guarda più avanti, ovvero alle politiche 2023. Può essere questo il senso della nuova iniziativa di Matteo Salvini e di un gruppo ristretto di leghisti, che si sono recati nei giorni scorsi presso lo studio del notaio romano Alfredo Becchetti per depositare nome e simbolo di «Prima l’Italia».
Per adesso è un’associazione
Per adesso, formalmente, si tratta solo di un’associazione ma l’assetto costitutivo e lo statuto sono opera di Roberto Calderoli, storica figura leghista esperto di questo genere di operazioni. Dal notaio romano che è anche il coordinatore della Lega nella capitale erano presenti, quali cofondatori della nuova associazione politica, il tesoriere del partito Giulio Centemero e i due ultimi coordinatori siciliani: l’ex commissario Stefano Candiani e l’attuale, Nino Minardo. A breve termine la scadenza politica ed elettorale più vicina sono le amministrative di giugno, mentre nei prossimi mesi ci sarà il rinnovo dell’Ars (Assemblea Regione Sicilia), il cui voto dovrebbe tenersi in autunno. Poi, ad inizio 2023 si terranno le elezioni politiche nazionali.
Federazione del centrodestra?
Nelle intenzioni di Salvini & Co. l’obiettivo potrebbe essere di misurare nelle elezioni locali la capacità di un unico grande contenitore del centrodestra, la federazione dei vari partiti di cui si è spesso parlato e ragionato in passato, ma che finora non si è mai concretizzata.
Il passo più immediato sarebbe unire Lega e Forza Italia, per poi gestire rapporti ed alleanza con Giorgia Meloni e la destra italiana.
La vocazione territoriale che emerge con la presenza all’atto costitutivo dell’associazione dei leghisti operativi in Sicilialascia intendere che il partito di Salvini voglia verificare sul campo la forza e la tenuta del nuovo soggetto politico, ma uno dei problemi è che proprio sull’isola guidata da Nello Musumeci vi è una delle ultime roccaforti di Forza Italia. Quindi proprio in Sicilia è complicato immaginare che i berlusconiani rinuncino al proprio simbolo alle elezioni amministrative e regionali per avventurarsi sul sentiero pieno di incognite della federazione del centrodestra. Tutta da verificare quindi la possibilità che si possa correre insieme sotto le insegne di «Prima l’Italia». In Sicilia a breve, come in tutta Italia il prossimo anno.
Sicilia laboratorio politico
In ogni caso soprattutto le imminenti elezioni regionali in Sicilia potrebbero fungere da grande laboratorio politico, proprio in vista delle politiche 2023. Non è la prima volta che l’isola assume il compito di fare da sfondo ad un test generale prima delle politiche nazionali. Nel 2012, ad esempio, alle elezioni per l’Ars ci fu il primo boom elettorale del Movimento 5 Stelle. Il grande risultato sull’isola fece da preludio al primo exploit nazionale pentastellato (25% alle elezioni politiche 2013).
Di certo solo il voto può effettivamente misurare le ambizioni di qualunque nuovo soggetto politico, soprattutto se chi lo sta costruendo ha la velleità di portarlo, poi, sulla scena nazionale.
Inoltre, da tempo Salvini è in evidente difficoltà nei sondaggi e non é affatto scontata né l’alleanza con Fdi alle politiche, né che sia proprio la Lega ad esprimere la leadership del centrodestra. Forse anche per questo, tra i leghisti, si ragiona di come ampliare il perimetro politico ed elettorale del partito.
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