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1 Febbraio 2023Quando a essere hackerati sono i bambini, e i loro giochi
Se agli adulti si continua a ripetere di fare attenzione alla privacy e agli attacchi hacker, ciò dovrebbe valere anche per oggetti e giocattoli che usano i bambini, eppure come vedremo, non sempre avviene così.
Se una volta un gioco era semplicemente un gioco: oggi questo non si può più affermare. L’iperconnessione a cui ci sta sottoponendo l’era digitale, che in Third Industrial Revolution l’economista Jeremy Rifkin definisce come la rivoluzione industriale del ventunesimo secolo, ha trasformato anche la sfera dell’intrattenimento, e non solo quella degli adulti. Quando si parla di utilizzo di internet ed oggetti connessi raramente essi vengono associati al mondo infantile, credendo – ingenuamente – che il connubio internet e bambino, stoni; purtroppo le nuove tendenze in fatto di giochi dimostrano il contrario.
Una bambola, dunque, non è più solo una bambola grazie a quel suo dispositivo di connessione internet che le permette di rispondere alle domande che le vengono poste, esattamente come quell’orsacchiotto che registra messaggi vocali. Naturalmente tutto ciò non è privo di rischi.
Internet toys: i giochi hackerati
Se agli adulti si continua a ripetere di fare attenzione alla loro privacy e agli attacchi hacker, ciò, inversamente, dovrebbe valere anche per gli oggetti che usano i bambini, eppure come vedremo nei casi seguenti, non sempre avviene così.
Il 2017 fu un anno nero per gli smart toys: due aziende di giocattoli iperconnessi vennero messe sotto la lente di ingrandimento, rispettivamente in Europa (in Germania) e in Usa, per aver subito un hackeraggio e la violazione dei dati. Cayla, bambola interattiva prodotta dalla ditta americana Genesis Toys, permetteva a potenziali hacker di udire e registrare le conversazioni che avvenivano nelle vicinanze del giocattolo, ma l’aspetto allarmante era che, qualora l’avessero voluto, gli hacker avrebbero anche potuto colloquiare con i bambini. Una falla nei sistemi di sicurezza piuttosto grave e che portò la Bundesnetzagentur, agenzia federale tedesca per le reti delle telecomunicazioni, a vietare la bambola in Germania.
Non molto diverso il caso avvenuto in Usa dove questa volta a violare la privacy dei minori non era stata una bambola, bensì un orsacchiotto della Spiral Toys, appartenente al marchio CloudPets. In questo caso furono trafugati due milioni di registrazioni di messaggi e password.
La doppia faccia del controllo: quando i dispositivi per il monitoraggio si trasformano in spie
Ma nemmeno i neonati possono dormire sogni tranquilli con gli hacker. Una ricerca condotta da Atlas VPN ha scoperto casi in cui ad essere compromessi sono stati i baby monitor.
Un forte segnale acustico sveglia, nel cuore della notte, i coniugi Rigney. Suono che poi si è trasformato in qualcosa di più inquietante: imprecazioni sessuali, e minacce che il loro bambino sarebbe stato rapito. Ovviamente raggiunta la stanza del figlio non c’era nessuno, oltretutto il bambino stava dormendo profondamente, ignaro di quello che era appena successo, da lì i due genitori hanno capito che il baby monitor era stato manomesso.
Ma come è potuto accadere tutto ciò?
Il baby monitor nella stanza dei Rigney, era collegato a una videocamera Nest posizionata nella stanza del loro bambino e collegata al WiFi, la vulnerabilità presente nel dispositivo ha permesso agli hacker di compromettere il sistema ed accedere.
Mentre un’altra famiglia ha scoperto che dal baby monitor erano state scattate foto, successivamente diffuse sul web.
Ma non finisce qui. Di elettrodomestici spia sono piene le case. The Markup nel dicembre 2021 denunciò il fatto che l’app per famiglie Life360, commercializzata come un modo efficace per i genitori di monitorare i movimenti dei propri figli utilizzando cellulari, ed usata da circa 33 milioni di persone in tutto il mondo, avrebbe venduto dati sulla geolocalizzazione di bambini e famiglie a circa una dozzina di broker di dati che poi li rivendevano a chi desiderava acquistarli. Nel gennaio 2022 Life360 ha annunciato che interromperà la vendita.
Come tutelare la propria privacy, e quella dei minori
Prima di tutto è necessario:
– Informarsi: leggere l’informativa sul trattamento dei dati personali e il loro utilizzo da parte dell’azienda produttrice del giocattolo.
– Spegnere lo smart toys: quando non si usa spegnere il gioco e scollegarlo, evitando inoltre di collegarlo a social e limitare la condivisione con altri oggetti connessi.
– Scegliere password forti ed installare un antivirus