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Registro Pubblico delle Opposizioni, ecco perché non funziona


La maggior parte degli iscritti dichiara di ricevere ancora le telefonate indesiderate. Ecco perché.

Stop a telefonate moleste? Addio al loop ininterrotto di chiamate di telemarketing che fa squillare il vostro telefono a qualsiasi ora del giorno? Sì, proprio questo ci era stato promesso nel 2022. L’uscita da questo incubo sembrava essersi prospettata in estate, quando il 27 luglio è stato reso operativo il nuovo Registro Pubblico delle Opposizioni (RPO), da quel giorno attivo anche per numeri di telefonia mobile, e non solo per i numeri di telefonia fissa com’era invece in precedenza. 

Sì, appunto, sembrava; perché, nonostante l’introduzione del RPO le telefonate indesiderate sono continuate, esattamente come prima.

A riferirci questo dato è la recente indagine condotta da Federconsumatori che ha rilevato che, tra gli intervistati, ben il 98,5% di coloro che hanno iscritto il proprio numero di telefono nel Registro riceve ancora telefonate moleste. Telefonate che, per la maggior parte de casi, provengono da società di energia, gas e telefonia, anche se non mancano le telefonate da parte di società finanziarie e di trading online, dunque, come si legge nel report: «All’atto pratico, nella maggior parte dei casi l’iscrizione al Registro si rivela inutile».

cosa serve il Registro Pubblico delle Opposizioni (se funzionasse)

Il Registro Pubblico delle Opposizioni è un portale gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni per il Ministero dello Sviluppo economico con lo scopo di tutelare i consumatori da telefonate di telemarketing. Ma come funziona? Per essere iscritti nel registro il cittadino deve compilare il form online presente sul sito del Registro pubblico delle opposizioni registrando il numero di telefono e il proprio indirizzo, altre due alternative sono chiamare, dal telefoni fissi, il numero verde 800 957 766 o il 06 42 986411 dai cellulari, oppure richiedere l’iscrizione via mail.

In teoria (ma come abbiamo visto poco funzionante nella pratica) sul numero inserito nell’elenco non sidovrebbero più ricevere chiamate a scopo promozionale, in quanto l’utente, attraverso l’iscrizione, ha negato il permesso alle aziende il proprio consenso a ricevere chiamate di telemarketing, escluse tuttavia quelle con cui risultano contratti o utenze attive. Cosa è cambiato rispetto a prima? 

Gli operatori dei call center saranno tenuti, prima di qualsiasi campagna pubblicitaria e mensilmente, a verificare che il numero che stanno chiamando non sia presente all’interno del registro, e come accadeva in passato, qualificarsi e specificare lo scopo della telefonata; in più, gli operatori dovranno dichiarare che il numero che hanno selezionato proviene da una lista legittima e che il numero in questione non compare nell’elenco del registro pubblico delle opposizioni. 

Le sanzioni e gli scarsi controlli

Il processo appena descritto è quello che dovrebbe succedere e che in molti di noi, esausti di ricevere telefonate disturbanti e inutili, speravano accadesse. Ma la tregua non è arrivata e i call center continuano imperterriti a chiamare anche i numeri che hanno negato il consenso. A questo punto, considerata l’insistenza con cui le telefonate vengono effettuate, viene da chiedersi: con quanta frequenza vengono svolti i controlli?

Perché se, come è stabilito, la violazione costa alle società di telemarketing sanzioni amministrative pecuniarie fino a 20 milioni di euro, mentre per le imprese multe fino al 4% del fatturato totale annuo, si deduce che se queste infrazioni proseguono evidentemente la supervisione non avviene regolarmente e con costanza. 

Se al primo giorno di attivazione del RPO gli iscritti erano 205.000, evidentemente spinti dalla speranza che qualcosa sarebbe cambiato, come evidenzia il Garante della privacy, ad oggi il servizio non sta funzionando come dovrebbe. Ricordiamo che i cittadini scontenti possono segnalare al Garante la volontà di non ricevere chiamate promozionali effettuate con sistemi automatizzati o con l’intervento di un operatore, e denunciare il mancato rispetto del Registro da parte di call center e operatori.