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11 Luglio 2023Scambio di prigionieri Belgio-Iran, rilasciato Assadollah Assadi
Le comunità iraniane insorgono: “ci sentiamo traditi”. La consegna del diplomatico del regime iraniano potrebbe anche incentivare la politica degli ostaggi.
Il 28 Maggio in Oman è avvenuto uno scambio, a dir poco preoccupante, di prigionieri tra Belgio e Iran. Dopo una detenzione di 455 giorni basata su false accuse di spionaggio, l’operatore umanitario belga, Olivier Vandecasteele, è stato liberato dalla Repubblica Islamica dell’Iran, in cambio di Assadollah Assadi, terrorista condannato a 20 anni di carcere per aver orchestrato, assieme ad altri due cittadini belgi, un attentato dinamitardo nel giugno 2018 contro il raduno del Consiglio nazionale della resistenza iraniana (NCRI) vicino a Parigi.
L’attentato fu sventato dalle autorità europee, in caso contrario l’attacco avrebbe potuto avere conseguenze disastrose.
Uno scambio, questo, che come riporta Iran International, ha sollevato sconcerto e polemiche soprattutto da parte degli attivisti e dei dissidenti iraniani, nonché delle associazioni umanitarie, che vedono in questo patto tra Iran e Belgio un tradimento delle istituzioni europee, ma anche un pericoloso precedente perché, come affermato dal principe in esilio Reza Pahlavi, il rilascio di Assadi: «Non solo non riuscirà a porre fine alla presa di ostaggi da parte della Repubblica islamica, ma incoraggerà anche il regime a prendere altri ostaggi e compiere ulteriori atti di terrorismo».
La politica degli ostaggi della Repubblica islamica dell’Iran per ricattare gli Stati stranieri
Prima di spiegare nel dettaglio chi è Assadollah Assadi, e perché il suo ritorno in Iran sconcerta; è importante illustrare la famigerata politica degli ostaggi attuata dalla Repubblica islamica, ovvero imprigionare cittadini stranieri per ricattare e per chiedere concessioni all’Occidente e al Paese d’origine del detenuto.
La politica degli ostaggi non è certo una tattica nuova da parte della Repubblica Islamica, ma fonda le sue radici nel passato. È il 1979 quando alcuni diplomatici americani e parte del personale dell’ambasciata statunitense di Teheran vennero presi in ostaggio da un gruppo di studenti khomeinisti per oltre un anno.
Un episodio che provocò una profonda crisi internazionale, specialmente nella relazione Usa e Iran, e che, tra i khomeinisti, passò alla storia come il simbolo della rivincita dell’Iran contro l’imperialismo occidentale e la supremazia statunitense. Un episodio che non restò isolato, ma che fu il primo di una serie di incarcerazioni infondate di cittadini occidentali, specialmente di coloro che possiedono la doppia cittadinanza (ma non solo); in merito si pensi all’incarcerazione di Anoush Ashoori e Nazanin Zaghari-Ratcliffe, due cittadini iraniano-britannici, accusati di spionaggio e sedizione, detenuti per anni in Iran e liberati nel 2022 in cambio di un riscatto di 400 milioni di sterline che aveva lo scopo di estinguere un debito del Regno Unito risalente agli anni 70.
In considerazione di ciò, è palese che la politica degli ostaggi porta i cittadini stranieri in viaggio in Iran ad essere vulnerabili e a rischio.
Questi ultimi esempi ci riportano alla detenzione ingiustificata di Olivier Vandecasteele, attivista e cooperante belga arrestato in Iran con l’accusa di spionaggio nel febbraio 2022 e, l’11 gennaio 2023 condannato a 40 anni di carcere e a 74 frustate. Molte associazioni umanitarie (Amnesty International in primis) avevano denunciato quanto accaduto a Vandecasteele, chiedendo al regime della Repubblica islamica di liberare il cittadino belga.
Ovviamente il governo iraniano stava già facendo i suoi calcoli: quel detenuto poteva valere molto, molto più di uno scambio in denaro, e infatti il 42enne belga è stato rilasciato dopo una battaglia diplomatica con il regime iraniano, che spingeva perché il suo ritorno fosse subordinato alla liberazione di un detenuto iraniano in Belgio: quel detenuto era Assadollah Assadi.
Chi è Assadollah Assadi, e perché il suo ritorno in Iran fa paura
Assadollah Assadi è un diplomatico del regime iraniano con incarico, nel 2018, nell’ambasciata a Vienna. Nel 2021 è stato condannato dal Tribunale penale di Anversa a 20 anni di carcere, annullando la richiesta di immunità diplomatica; è accusato di aver pianificato l’attentato a Villepinte, nei pressi Parigi, durante il raduno del Consiglio nazionale della resistenza iraniana (NCRI), e di aver trasportato personalmente la bomba, per poi consegnarla ai suoi complici, anch’essi condannati. Assadi venne arrestato il 1° luglio 2018 in Germania e il 10 ottobre 2018 fu estradato in Belgio.
Ora, a fronte di quanto descritto, appare ovvio che il suo rilascio e ritorno in Iran spaventi e indigni la comunità iraniana (a proposito si veda il tweet di Masih Alinejad), mentre Amnesty International, riporta IranIntl, ha affermato:
«Trasferendo Assadollah Assadi in Iran, il governo belga ha contribuito a creare un clima di impunità per l’attacco extraterritoriale di dissidenti iraniani per esecuzioni extragiudiziali, torture e altri maltrattamenti, e ha minato i diritti delle vittime alla giustizia, ai risarcimenti e garantire il non ripetersi delle violazioni».
Al suo arrivo in Iran, riferisce Iran International, Assadi ha ricevuto un’accoglienza da eroe da parte dei rappresentanti del governo della Repubblica islamica, dal vice capo della Magistratura, e anche dal segretario iraniano dell’Alto Consiglio per i diritti umani, oltre a diversi altri funzionari.
L’accordo tra Belgio e Iran che fa molto discutere
Le trattative per lo scambio tra detenuti è stato complesso, fondamentale è stato il trattato (reso pubblico il 29 giugno 2022) tra il governo belga e quello iraniano inerente il trasferimento delle persone condannate da un Paese all’altro. Nell’accordo (si veda articolo 3, pagina 251) si può leggere:
«Una persona condannata nel territorio di una parte può essere trasferita nel territorio dell’altra parte, conformemente alle disposizioni del presente Trattato, per scontare il restante periodo della pena inflittagli. A tal fine, può manifestare allo Stato di condanna o allo Stato di esecuzione il proprio interesse ad essere trasferito ai sensi del presente Trattato».
In pratica questo accordo consente agli iraniani condannati in Belgio di scontare le loro pene in Iran, e viceversa; il trattato inoltre consente anche a ciascuna parte di concedere l’amnistia (concessa come abbiamo visto ad Assadi che è stato accolto da eroe nel proprio Paese).
Il disegno di legge è stato riesaminato nella prima riunione della Commissione per gli affari esteri il 5 luglio 2022, e a metà luglio 2022 è stato votato nel Parlamento belga dove è passato con 79 voti favorevoli, 41 contrari e 11 astenuti.
Considerato quanto stipulato da questo trattato, le preoccupazioni e le indignazioni degli oppositori e dei cittadini iraniani appare più che giustificata, questo accordo suona come un tradimento, e come hanno ripetuto in molti: può rappresentare un precedente. A proposito già si parla di un possibile rilascio di Hamid Nouri: condannato all’ergastolo in Svezia nel luglio 2022 per il suo ruolo di primo piano nel massacro del 1988 di un gran numero di prigionieri politici detenuti a Gohardasht. Non a caso Askar Jalalian, vicedirettore degli affari internazionali e dei diritti umani presso il Ministero della Giustizia, ha definito le prospettive di un suo rilascio “buone notizie”.