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12 Settembre 2023Scuole, saranno chiusi centinaia di istituti
Arriva il taglio del 10% delle scuole esistenti. A partire dal 2024 è prevista la chiusura di oltre cento scuole in Sicilia, molte chiusure anche in Campania. Saranno circa 900 in tutta Italia.
La Sicilia potrebbe andare incontro alla chiusura di ben 109 scuole per effetto del dimensionamento che prevede una stretta sugli istituti scolastici a partire dall’anno 2024/2025. A denunciarlo è il segretario regionale Flc Cgil Sicilia Antonio Rizza, ormai da mesi sul piede di guerra per impedire che il governo nazionale effettui, a causa del dimensionamento tagli all’istruzione.
Nodo chiusura scuole, Sicilia la regione più danneggiata
“Ancora tagli tra le scuole sottodimensionate e la Sicilia, tanto per cambiare, sarà la regione più danneggiata, dopo la Campania, con una riduzione per l’anno scolastico 2024/25 di oltre 100 scuole a causa degli accorpamenti”, ha spiegato il sindacalista.
Stando a quanto varato dalla legge di bilancio, è stata innalzata la soglia minima di studenti affinché una scuola possa rimanere ancora aperta. Dagli attuali 600, infatti, si passa ai 900 e pertanto, tutti gli istituti scolastici che a partire dal prossimo anno hanno meno di 900 alunni, dovranno essere necessariamente accorpate ad altre. Scopo principale della normativa, è quello di evitare un ulteriore dispendio di risorse economiche riducendo anche il numero di dirigenti e del personale amministrativo impiegato.
L’obiettivo è limitare la spesa pubblica
La spesa sostenuta per il reclutamento e la formazione del personale dirigenziale, quindi, subirà una diminuzione di circa il 50% dal 2023 al 2025 e nello specifico, le previsioni di spesa passeranno dai 52 miliardi e 114 milioni di euro del 2023 ai 47 miliardi e 997 milioni del 2025. Sul piano nazionale, invece, l’Italia si ritroverà con circa il 10% di istituti scolastici in meno.
I dirigenti scolastici contrari alla chiusura scuola
A rischio anche numerosi posti di lavoro che non riguardano solo il personale dirigenziale ma anche il personale amministrativo e i collaboratori scolastici. Un fatto non più trascurabile per il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo ”Paradiso” di Messina. Contro il dimensionamento, anche la preside dell’Istituto Comprensivo Boccadifalco “Tomasi di Lampedusa” Rosaria Corona: “Si tratta di un anno che si lascia alle spalle il Covid, ma che vede davanti a sé tantissime difficoltà e tantissime criticità da risolvere, in primis il destino di molte scuole che si avviano al sottodimensionamento e quindi all’accorpamento con realtà diverse, le cui conseguenze sono abbastanza complicate e difficili, non sul piano soltanto della gestione del personale, ma soprattutto su quello delle conseguenze sociali e della lotta alla dispersione scolastica”, ha affermato.
Il dimensionamento degli istituti scolastici, inoltre, potrebbe mettere a repentaglio l’offerta formativa soprattutto in Sicilia, territorio in cui ci sarebbe maggiore bisogno di scuole. Verrebbero, perciò ridotte la presenza e la diffusione delle autonomie scolastiche sul territorio siciliano. La situazione appare assai critica anche sul fronte delle nascite in Sicilia.
Secondo l’ultima nota ministeriale, infatti, minori sono le nascite e, di conseguenza, meno alunni frequentano le scuole. Ciò ha contribuito al taglio di circa 900 istituti scolastici in tutta Italia, di cui solo 100 nell’isola e sarà ancora più grave il dimensionamento che verrà attuato a partire da ottobre di quest’anno fino ai prossimi dodici mesi che potrebbe causare l’accorpamento di scuole in altri plessi.
Pierro rassicura: “potenziare l’offerta formativa”
Le rassicurazioni arrivano dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, Giuseppe Pierro, secondo il quale non è necessario un riassetto della rete siciliana. Non verranno tagliate le cattedre ma verrà potenziata l’offerta formativa in modo tale che possa essere in grado di rispondere alle esigenze del territorio.