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La storia poco conosciuta di Stanisláv Evgráfovič Petróv, l’uomo che salvò il mondo
di Paolo Trapani
L’atroce conflitto in atto tra Russia e Ucraina sta catapultando il mondo in una guerra novecentesca, riproponendo sotto altre forme il conflitto che, in maniera costante e inesorabile, ha caratterizzato la seconda metà del secolo scorso, ovvero la guerra fredda tra Occidente e blocco sovietico.
Petróv, l’uomo che salvò il mondo
Solo da qualche anno la storiografia ha iniziato a raccontare ed elogiare diffusamente la figura, rimasta per molti anni sconosciuta, di Stanisláv Evgráfovič Petróv, un militare sovietico, tenente colonnello dell’Armata Rossa durante la guerra fredda. Il 26 settembre del 1983 il mondo rischiò la terza guerra mondiale con uno scontro armato che sarebbe stato caratterizzato da reciproci lanci di testate nucleari tra americani e sovietici. Ad evitare la catastrofe totale fu proprio Petróv e la sua felice intuizione di ignorare un allarme missilistico che poi si rivelò completamente errato.
1983 l’anno bollente della guerra fredda
Il 1983 fu uno degli anni più caldi dello scontro a distanza tra Usa e Urss. E nel periodo tra primavera, estate e autunno di quell’anno si verificarono diversi episodi che fecero salire la tensione al massimo.
Tra questi quello del 1º settembre, quando un aereo civile delle linee coreane venne abbattuto per errore da un intercettore sovietico. Partito da New York con destinazione Seul, l’aereo dopo uno scalo tecnico per il rifornimento si trovò per errore a sorvolare una delle aree più calde del mondo (la penisola di Kamčatka). Al momento dell’abbattimento, l’aereo si trovava a circa 300 miglia nautiche a nord-ovest della rotta di volo prevista ed aveva violato lo spazio aereo sovietico.
Nel disastro morirono 269 persone, tra cui anche deputati americani.
Solo pochi mesi prima, a marzo, nell’ambito di una corsa senza freni agli armamenti, il Presidente Usa Ronald Reagan aveva annunciato il progetto di realizzazione dello “scudo spaziale“, con l’obiettivo di proteggere l’America e i suoi alleati da un eventuale attacco ordinato da Mosca. Reagan in una famosa dichiarazione definì l’Urss come l’impero del male.
L’incidente dell’equinozio d’autunno
I sovietici, da parte loro, erano entrati in una spirale paranoica secondo la quale gli Usa avrebbero attaccato da un momento all’altro le forze militari e i Paesi alleati nel Patto di Varsavia. Autorità politiche e militari di Mosca davano per scontata la guerra e studiavano come difendersi e contrattaccare. Ma si sbagliavano di grosso. Gli Usa non avevano nessuna intenzione di attaccare i sovietici o i loro alleati.
L’episodio più pericoloso avvenne il 26 settembre del 1983 (per questo definitivo incidente dell’equinozio d’autunno).
Quella sera il sistema radar di allerta precoce di attacco nucleare dell’Urss registrò un lancio di missili balistici intercontinentali USAF Minuteman partiti dalle basi degli Stati Uniti. Gli allarmi furono ben 5 ma Stanislav Evgrafovič Petrov, che era a capo del comando del centro di allerta precoce, decise di ignorarli e alla fine ebbe ragione. Il sistema di rilevamento si era sbagliato e la sua intuizione salvò il mondo.
Petróv punito
La sua scelta di non avvertire i vertici politici russi dell’attacco missilistico in corso venne vista, successivamente, come una violazione del protocollo e il militare venne punito. La sua storia rimase segreta fino al 1991, quando con la dissoluzione dell’impero sovietico venne svelata all’opinione pubblica mondiale. Petrov è morto nel 2017, praticamene nel totale anonimato. Solo molti anni dopo l’episodio del 1983 ricevette un premio ufficiale per il gesto eroico che aveva compiuto. Se avesse applicato alla lettera ordini e protocollo, nel mondo sarebbe scoppiato, molto probabilmente, un conflitto totale e devastante, con l’uso di armi atomiche e milioni di morti.
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