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31 Gennaio 2022Sogin verso il commissariamento. Deposito nucleare, il percorso si complica ancora
di Antonella Testini
Si complica il percorso per la realizzazione del Deposito nazionale per i rifiuti nucleari.
Il 14 gennaio si è conclusa la seconda fase per l’individuazione dell’area idonea ad ospitare il Deposito ovvero è scaduto il termine concesso alle amministrazioni locali per inviare altre osservazioni o proposte tecniche rivenienti dal confronto avvenuto con il seminario nazionale.
Osservazioni che serviranno ai tecnici Sogin e, poi, ai funzionari del Ministero della Transizione ecologica per stilare la Carta Nazionale Aree Idonee (Cnai). Dopo la pubblicazione della Cnai, le Regioni e gli Enti locali potranno esprimere le proprie manifestazioni d’interesse, non vincolanti, ad approfondire ulteriormente l’argomento.
Il Deposito nucleare e le indagini interne a Sogin
Un percorso già definito da tempo che tuttavia sta incontrando numerose insidie provenienti non solo dal dissenso dei territori sin qui individuati, ma anche da problemi di natura burocratica, oltre che legale.
È notizia di questi giorni l’irruzione dei militari della Guardia di Finanza negli uffici della Sogin a fine 2021. Al momento risultano due funzionari indagati ma non si conoscono quali siano i reati contestatiti.
Sogin, per conto suo, getta acqua sul fuoco dando a favore di stampa un comunicato nel quale la “rivoluzione” sembra tutta un affare interno avviato dallo stesso amministratore delegato.
“ Sogin comunica di aver svolto di sua iniziativa un’indagine interna, avviata alla fine del 2020, per ragioni di natura economica e di bilancio, finalizzata a verificare la regolarità delle fasi di acquisizione e gestione di contratti riguardanti il periodo 2010-2020. L’amministratore delegato, Emanuele Fontani, alla guida della società dal 12 dicembre 2019, ha regolarmente aggiornato il consiglio d’amministrazione sull’avanzamento dell’indagine, ha adottato misure di self cleaning, rafforzando nel contempo le misure interne a presidio della legalità”.
Misure che al momento si sono concretizzate in 8 lettere di richiamo e 3 sospensioni di altrettanti dirigenti dalle proprie mansioni per consentire a tutti di “chiarire la propria posizione”.
L’ipotesi commissariamento
Non è chiaro se l’indagine interna sia in qualche modo collegata all’indagine delle fiamme gialle, sebbene nel comunicato ufficiale si garantisce “la piena collaborazione alle Autorità competenti e agli organi di controllo interno ”.
In attesa di conoscere i risultati dell’indagine avviata dalla Guardia di Finanza, al Ministero della Transizione ecologica più di uno ha storto il naso e convinto il maggiore azionista di Sogin, ovvero il Ministero dell’Economia, a commissariare la struttura. Il provvedimento dovrebbe arrivare già nei prossimi giorni.
Sogin, vent’anni di nucleare senza lieto fine
La Sogin è stata istituita nel 1999 con l’obiettivo di smontare le centrali nucleari del territorio italiano entro il 2019. I costi previsti per l’operazione, secondo quanto si legge sul Corriere, dovevano ammontare a 3,7 miliardi di euro. Ad oggi, meno di un terzo dei lavori è stato effettuato, mentre la spesa è progressivamente aumentata fino ai 7,9 miliardi odierni. Ad oggi i lavori non sono nemmeno arrivati a un reattore, e la data di conclusione del processo di messa in sicurezza dei rifiuti nucleari è rinviata al 2036. La situazione, come ricorda il Corriere della Sera, sarebbe la seguente: “A più di vent’anni dalla sua creazione e dopo essere costata finora a chi paga le bollette 4 miliardi di euro per concludere solo il 30% dei lavori di smantellamento nucleare” mentre “dei 4 miliardi sinora da noi pagati, più della metà hanno coperto gli stipendi del personale e dei dirigenti”.