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Con l’inflazione alle stelle è anche più difficile riuscire a pianificare le spese a medio e a lungo termine
La Consob avverte: il peso dell’inflazione grava sulle famiglie italiane in modo importante, riuscire ad affrontare la quotidianità con le varie necessità, previste o impreviste, diventa sempre più problematico.
Secondo l’edizione 2022 del rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie, realizzato dalla Consob, l’8% degli intervistati (in totale circa 1.500) ritiene davvero complicata la gestione delle finanze personali, in seguito alla continua crescita dei prezzi e al panorama economico incerto. L’inflazione erode il potere di acquisto del reddito disponibile.
Aumentano le famiglie fragili, ma anche gli investitori occasionali
E’ cresciuta anche la percentuale di famiglie “fragili”, cioè in difficoltà nel far fronte a spese fisse e ricorrenti, portandosi al 37% del campione analizzato (era il 33% nel 2021). È diminuita la percentuale di coloro che sono in grado di pianificare un bilancio familiare (12% dei casi a fronte del 16% nell’anno precedente), mentre è aumentata la quota di investitori che risparmiano in modo occasionale (44% a fronte di 37% nel 2021). Questa tendenza è certamente sintomatica di un’incertezza nel futuro che le famiglie sentono sempre più forte.
Difficoltà a pagare le bollette
Secondo Altroconsumo anche la classe media inizia a soffrire per i continui rincari. Scende di quasi tre punti il “Termometro Altroconsumo” che misura la capacità delle famiglie di affrontare le spese di tutti i giorni, mostrando un netto peggioramento che lo porta al valore più basso mai raggiunto da quando viene svolta questa inchiesta periodica (2018). Negli anni scorsi, in piena crisi Covid, Altroconsumo aveva rilevato come dato principale un marcato divario della situazione economica delle famiglie italiane: l’inchiesta annuale, che “prende la temperatura” al Paese, nel 2020 aveva infatti registrato un aumento sia di chi dichiarava di non avere alcun problema nell’affrontare le spese principali sia di chi dichiarava di avere problemi gravi. In pratica un aumento sia tra i ricchi che tra i poveri. E’ importante anche tener presente l’aumento rilevante rispetto al 2020 delle famiglie in seria difficoltà a pagare le varie bollette (+10%), un dato, anche questo, preoccupante.
Aumenta il divario Nord-Sud
Osservando il valore dell’indice nelle diverse aree del Paese, si nota un aumento delle difficoltà scendendo da Nord a Sud. La situazione migliore risulta quella delle famiglie residenti nel Nord-Ovest, la peggiore quella di chi vive nel Sud e nelle Isole.
Al Sud risulta particolarmente alta (10%) la percentuale di famiglie in grave difficoltà economica nel 2021. Da notare una sensibile differenza anche tra aree urbane e rurali: la situazione è migliore per le famiglie che risiedono in città.
Crescono gli acquisti nei discount
La Coldiretti, inoltre, evidenzia un altro fenomeno sempre più diffuso e preoccupante, volano gli acquisti effettuati nei discount.
Aumentano sempre più gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un netto salto del 10,3% nelle vendite in valore. Tra le categorie di prodotti che hanno pesato di più sugli aumenti nel carrello ci sono verdura, al primo posto, quindi pasta, riso, carne e salumi.
Secondo i consumatori dell’Unc, il rialzo delle vendite è solo un effetto apparente che dipende dall’inflazione e il crollo dei volumi delle vendite alimentari dimostra che gli italiani sono «a dieta forzata».
La spesa alimentare cala di 300-400 euro annui
Un’altra associazione dei consumatori, Assoutenti, analizza in particolare gli effetti per i bilanci delle famiglie: alla luce delle ultime rilevazioni dell’Istat, la spesa alimentare si riduce di 355 euro annui per la famiglia “tipo” e di 484 euro per un nucleo con due figli, se non si considera l’effetto inflazione.
La Confcommercio rimarca anche il fenomeno relativo al continuo calo delle vendite da parte dei negozi di piccole dimensioni, costretti, spesso, a chiudere.