Trump a raffica
24 Gennaio 2025
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24 Gennaio 2025

Star Gate e la scaramuccia tra miliardari

Neanche il tempo di mettere la foto di famiglia (anche se verrebbe da chiedersi “quale famiglia?”) sulla scrivania dello Studio Ovale che subito il nuovo Presidente degli Stati Uniti ha riunito media e stampa nazionali per un annuncio dirompente, anzi stellare, per restare alla lettera. 

Star Gate, che cos’è 

Star Gate. Si chiama così il progetto annunciato da Trump nella notte italiana fra martedì 21 e mercoledì 22 gennaio. Sul piatto fino a 500 miliardi di dollari e un pacchetto normativo meno stringente con l’obbiettivo di vincere la sfida globale della corsa all’Intelligenza Artificiale. Davanti alle telecamere, accanto il Presidente, erano schierati Masayoshi Son di SoftBank, colosso delle telecomunicazioni nato in Giappone; Sam Altman di OpenAI, la casa madre di ChatGp e Larry Ellison di Oracle, multinazionale informatica del Texas.Sono loro i promotori della joint venture che si occuperà realizzare infrastrutture chiave per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, sulla base di una piano quadriennale. Non è escluso che nelle prossime settimane a StarGate si uniranno anche altre compagnie, tra cui Microsoft e il produttore di chip Nvidia, per dare avvio alla massiccia opera di costruzione di data-center, per gestire l’enorme mole di informazioni e di calcolo necessaria al funzionamento della tecnologia.

La presenza in prima fila di tutti i Ceo delle “tech-bro”, durante la cerimonia di insediamento di lunedì 20 gennaio, era stata del resto un segnale inequivocabile del rapporto che la nuova amministrazione vorrà intraprendere con le grandi aziende del settore tecnologico. «Stiamo iniziando con enormi investimenti nel nostro Paese a livelli che nessuno ha mai visto prima», ha annunciato il Presidente Donald Trump durante la conferenza stampa.

Il Texas è già pronto ad ospitare i primi dieci server, altri ne sorgeranno in giro per tutti gli Stati Uniti. A ciascun centro sarà dedicata una soluzione specifica per generare l’elettricità di cui avrà bisogno per funzionare. Il giorno prima della conferenza stampa, Trump aveva spianato la strada a StarGate, stralciando un provvedimento firmato dal suo predecessore Joe Biden che conteneva delle linee guida mirate a regolamentare l’utilizzo e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. 

Limiti, standard sulla privacy e contro la discriminazione, protocolli da rispettare e test di sicurezza da condividere con il Governo, prima di rilasciare al pubblico i prodotti. Quel regolamento non esiste più, il nuovo approccio di Trump non prevede limiti allo sviluppo di nuovi sistemi e servizi basati sull’intelligenza artificiale, con l’obbiettivo garantire la leadership degli Stati Uniti in questa nuova tecnologia e contrastarne lo sviluppo della Cina.

Ad aprire la doccia fredda su StarGate, ci ha pensato subito Elon Musk, proprio lui, il consigliere e finanziatore più vicino al nuovo Presidente. «In realtà non hanno i soldi», ha commentato su X, rispondendo al post di OpenAIche comunicava l’iniziativa. Va ricordato che Musk è stato tra i fondatori di OpenAI, dalla quale è uscito entrando in conflitto con il ceo Sam Altman.  E proprio Sam Altman gli ha risposto a tono, sempre su X: «Rispetto sinceramente i tuoi successi e penso che tu sia l’imprenditore più stimolante del nostro tempo. Vuoi venire a visitare il primo sito già in costruzione? È una cosa fantastica per il Paese. Mi rendo conto che ciò che è fantastico per il Paese non sempre è ottimale per le tue aziende, ma nel tuo nuovo ruolo spero che darai priorità agli Stati Uniti».

Gli elementi per divertirsi ci sono tutti. Un progetto stellare. Una dotazione finanziaria enorme. Qualche scaramuccia fra multi-miliardari.

Verrebbe da chiedersi in tutto ciò dove sia l’Europa.

L’Europa è sempre lì, ferma a mettere regole e salutare con lacrimuccia e pacca sulla spalla i suoi capitali, le sue idee e i suoi talenti che vanno via.