Storie di Stadio / 7 giugno 1981, il maledetto rogo del Ballarin

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Storie di Stadio / 7 giugno 1981, il maledetto rogo del Ballarin

Fiamme nella curva della Sambenedettese: muoiono Carla Bisirri e Maria Teresa Napoleoni.

Domenica 7 giugno 1981 a San Benedetto del Tronto è una giornata di grande festa. Sul campo di gioco è in programma la partita Sambenedettese-Matera: è l’ultima giornata del Campionato di Serie C1 (girone B). Lo Stadio ‘Fratelli Ballarin’ è strapieno. I marchigiani sono al settimo cielo perché festeggiano la promozione nella serie cadetta. 

La Samb, come viene chiamata da tutti, ha in panchina l’allenatore emergente Nedo Sonetti, artefice della stagione della promozione in B: in campo, invece, spiccano i nomi del giovane portiere Walter Zenga, giunto in prestito dall’Inter e in futuro  nr. 1 della Nazionale, e di Luigi Cagni, che in futuro farà carriera anche da allenatore. 

Prima del match la tragedia

Prima del fischio di inizio dell’attesa partita, in pochi secondi si consuma la tragedia: tra bandiere e striscioni, all’improvviso, divampa un incendio e in pochi minuti bruciano circa sette quintali di carta (tra coriandoli e altro materiale funzionale alla coreografia pre-match). Tutto ciò mentre sugli spalti, nel settore della curva, sono assiepati circa 3.500 tifosi. Restano praticamente tutti intrappolati sui gradoni e purtroppo il panico prende presto il sopravvento. Le uscite di sicurezza non si riescono ad aprire, gli idranti non funzionano bene.

Le scene a cui assistono i giocatori in campo e gli altri spettatori nel resto dello stadio sono drammatiche. Molti tifosi cercano di fuggire alla disperata, investendo altre persone che cadono rovinosamente a terra, in preda al fuoco che avanza senza pause, anche perché alimentato da un vento significativo. Nelle aree della curva del Ballarin dove non c’è il fuoco si accalcano tantissime persone che si ritrovano spinte con forza contro le reti di recinzione. Tutti cercano una via d’uscita, pochi fortunati la trovano. 

Bilancio drammatico: quasi 100 feriti, molti con gravi ustioni 

A ferirsi sono circa cento tifosi, tra loro alcuni riportano gravissime ustioni e vengono trasferiti nei centri specializzati di mezza Italia: a Roma, Cesena, Brindisi, Padova e Parma. 

Dopo giorni di atroci sofferenze perderanno la vita Maria Teresa Napoleoni, 23 anni segretaria presso una ditta calzaturiera, e Carla Bisirri, di 21 anni che da poco aveva iniziato l’attività in proprio di parrucchiera. Entrambe avevano riportato ustioni del 1°, 2° e 3° grado su più del 70% del corpo. In particolare Maria Teresa era caduta tra le fiamme e si era rialzata nel disperato tentativo di fuga per poi, in un gesto istintivo, strapparsi gli abiti di dosso ma, sfortunatamente, era ricaduta una seconda volta proprio in prossimità del sottopassaggio dell’entrata est della Curva Sud. Con le due giovanissime vittime si contano altri undici ustionati. 

La partita si giocò lo stesso

Alle ore 17:16, spenti gli ultimi focolai e mentre gli ustionati e i feriti venivano trasportati negli ospedali, il direttore di gara Paolo Tubertini di Bologna dà comunque inizio alla gara spiegando successivamente, in un’intervista a ‘Il Resto del Carlino’, perché venne giocata quella partita. Molti anni dopo, nel 2016, in un documentario realizzato dal giornalista Emidio Lattanzi per il quotidiano online ‘La Nuova Riviera’, in occasione dei 35 anni dalla tragedia, lo stesso arbitro Tubertini ha specificato che la decisione di far giocare la gara venne presa su suggerimento dei funzionari di pubblica sicurezza e in accordo sia con i giocatori che con i dirigenti delle due squadre: il tutto al fine di evitare che l’uscita di massa degli spettatori dall’impianto sportivo potesse intralciare i soccorsi in atto.

La più grave tragedia in uno stadio in Italia  

Il Rogo del Ballarin, per le sue conseguenze (bilancio finale: 2 morti, 64 ustionati di cui 11 in gravi condizioni per un totale di quasi 100 feriti), si considera la più grave tragedia accaduta all’interno di uno stadio italiano. «Come faccio a dimenticarenon c’è giorno che passi senza un pensiero rivolto a quel giorno, a quelle povere ragazze»: queste le parole di Walter Zenga in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Ogni anno, nell’anniversario della tragedia, si svolgono diverse manifestazioni per commemorare le vittime e i feriti. A Carla e Maria Teresa è stato dedicato anche un murales (vedi foto). 

Per ulteriori approfondimenti www.saladellamemoriaheysel.it