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14 Agosto 2024Storie di Stadio / 8 agosto 1991, estate di sangue a Rimini
La nostra rassegna dedicata a cosa accade negli stadi prosegue con un fatto tragico accaduto nell’estate del 1991 a Rimini. Rissa violentissima tra interisti e napoletani: muore Luca Scio, skinhead di 16 anni.
Rimini, agosto 1991: la riviera romagnola trabocca di turisti, sopratutto giovani, sia italiani che stranieri. Tutto sembra andare per il verso giusto, in una città ed in un litorale che, nei mesi estivi, praticamente non dormono mai. Ma è la notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 agosto a cambiare il destino del “divertimentificio” famoso in mezza Europa.
Intorno alle 3.30, in prossimità di uno dei locali da ballo più frequentati del lungomare, un folto gruppo di napoletani e milanesi tifosi dell’Inter ingaggiano uno scontro violentissimo, senza esclusione di colpi, usando anche bottiglie rotte e coltelli. I soggetti coinvolti sono decine.
L’antefatto del pomeriggio
La prima miccia dello scontro si era innescata nel pomeriggio del 7 agosto, quando fuori ad un bar riminese napoletani e interisti si erano incrociati casualmente mentre era in corso l’amichevole estiva tra i nerazzurri e l’Hellas Verona. Tra i tifosi dell’Inter presenti c’era anche Luca Scio, appena 16 anni, giunto a Rimini una settimana prima, in compagnia di diversi amici, tutti appartenenti al gruppo degli “Skinheads” (le teste rasate, estremisti di destra che mescolano la fede sportiva al fanatismo politico). Gli Skins a Milano negli anni ’80 e ’90 sono famosi, nella curva nord dell’Inter hanno uno spazio ben preciso segnato da un enorme striscione (vedi foto). Proprio l’estremismo politico/calcistico incide nello scatenare le prime scaramucce del pomeriggio, che poi culmineranno tragicamente nel successivo scontro notturno. “Terroni” e “Colerosi” – urlano gli Skins interisti. “Milanesi tutti appesi”, rispondono i napoletani.
Notte di sangue sul lungomare
Ecco una parte del resoconto nelle pagine di cronaca del Corriere della Sera (vedi foto) che, dopo la rissa, raccontò l’accaduto: “Diversi (napoletani e interisti, ndr) nella maniera di parlare e di vestirsi, nel modo di tagliarsi i capelli, in tutto tranne che per la violenza e l’esasperazione con la quale si sono affrontati l’altra notte a Rimini, in una rissa a colpi di bottiglie e di coltelli che ha lasciato sul campo una testa rapata, Luca Scio, 16 anni, milanese, ucciso da una sola coltellata diretta al cuore. G.B., diciannovenne di Napoli, è piantonato all’ospedale degli Infermi di Rimini”.
Sarà proprio lui, dopo qualche ora, il principale indiziato della morte di Scio.
La location dello scontro: il Barcelona, discoteca simbolo di quegli anni
La furiosa rissa tra napoletani e milanesi, scoppiata in piena notte, si scatenò appena fuori al ‘Barcelona Disco’, uno dei locali più famosi in quel periodo. Nato inizialmente come sala di musica e bowling, poi si era specializzato in discoteca divenendo il punto di riferimento della notte estiva riminese, capace di attrarre clienti dall’Italia e dall’Europa. Jovanotti, Claudio Coccoluto, Maurizio Monti (poi direttore artistico dell’Echos) e Loris Riccardi (in seguito direttore artistico della disco di Riccione Cocoricò) erano solo alcuni dei nomi che fecero la storia della discoteca. Tra i pr, poi, c’erano anche due giovani milanesi: Alessandro Aleotti e Vito Luca Perrini che, con gli pseudonimi J-Ax e Dj Jad, avrebbero spopolato con la band musicale ‘Articolo 31’. Il mito del ‘Barcelona’ era cresciuto in quegli anni anche grazie ad una idea di marketing assolutamente innovativa: un bus promozionale a due piani percorreva il lungomare romagnolo con ballerine e musica. Dal mezzo scendevano i pr che invitavano i turisti a salire, per raggiungere il locale e vivere una serata di assoluto divertimento tra balli e musica. Purtroppo la notte tra il 7 e l’8 agosto ebbe ben altro epilogo nel cuore della capitale del divertimento.
Indagini e processo
Dopo lo scontro, che all’epoca fece molto scalpore, colpendo emotivamente tanto l’opinione pubblica quanto le migliaia di turisti presenti in riviera, toccò al sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, Paolo Gengarelli, condurre le indagini e ricostruire i fatti e la dinamica dello scontro. Il tutto con l’ausilio della squadra di polizia giudiziaria coordinata dall’allora vicequestore Oreste Capocasa. Un giovane napoletano, ricoverato e piantonato in ospedale, fu poi accusato della morte di Scio e, dopo il processo, condannato a diversi anni di prigione, tutti ormai scontati. L’odio socio/calcistico e la feroce rivalità tra interisti e napoletani sono sempre rimasti vivi nel tempo. Le opposte fazioni, che non si sono mai amate, il 26 dicembre 2018 sono state protagoniste di un altro violento scontro, non lontano dallo stadio Meazza di San Siro a Milano, anche questo culminato con una vittima. Ma questa è tutta un’altra “storia di stadio”.