Per realizzare i lavori si sarebbe usata la kafala: un sistema antichissimo che regola il diritto del lavoro per gli stranieri nel mondo arabo. L’immigrato giunto a lavorare in Qatar doveva rivolgersi a una sorta di sponsor, che vantava diritti nei suoi confronti, come forma di tutela per la garanzia offerta. Tra questi diritti, ci sarebbe stata la possibilità di controllare gli spostamenti del lavoratore, per assicurarsi che non abbandonasse il lavoro. In alcuni casi si sarebbe arrivati anche alla consegna del passaporto.