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Ecco come i leader dei partiti sbarcano sul social: abbiamo analizzato alcuni loro video.
Il 25 settembre 2022 avranno luogo le elezioni politiche che vedono coinvolti un grande numero di partiti. I candidati hanno deciso di attuare una campagna elettorale ibrida, tra metodi più tradizionali come le affissioni, il volantinaggio, i comizi in piazza e le ospitate televisive, e metodi più innovativi come la forte presenza sui Social Network. Tra i canali utilizzati troviamo gli oramai classici Facebook e Twitter, il consolidato Instagram e il nuovissimo TikTok.
I politici su TikTok
TikTok è davvero nuovissimo per alcuni politici, infatti, assistiamo alla pubblicazione del primo video di Carlo Calenda(26/08/2022), di Silvio Berlusconi (01/09/2022), di Matteo Renzi(01/09/2022) e del Partito Democratico (01/09/2022), proprio nell’ultima fase della campagna elettorale. Ci sono tuttavia profili più longevi, come quello di Giorgia Meloni (il cui primo video risale al 03/02/2022) o ancora quello di Matteo Salvini(12/11/2019).
Per i candidati Calenda, Renzi e Berlusconi attueremo un’analisi incrociata, proposta dal Giornalista e Consulente per il Public Speaking, Patrick Facciolo.
Berlusconi su TikTok
Partendo da Silvio Berlusconi, notiamo come nel suo primo video utilizzi una terminologia inappropriata per TikTok. “Vi do il benvenuto sul mio canale ufficiale di TikTok”: chi si imbatte nel video di Berlusconi non lo fa appositamente, è l’algoritmo del Social stesso che propone nel feed dell’utente il video. Il secondo errore comunicativo che commette l’ex Premier è di andare a definire gli utenti dell’app: “ […] su questa piattaforma voi ragazzi siete presenti in oltre cinque milioni e il 60% di voi ha meno di trent’anni […]”.
Quando si entra in un ambiente nuovo non è necessario descrivere chi già è presente e conosce le dinamiche interne, ma basta presentarsi ed esporre i propri contenuti.
Parlando di ambientazione, assistiamo alla oramai obsoleta scrivania a cui il candidato è seduto, posta davanti ad una libreria – che raccoglie tomi, cornici che rimandano al passato glorioso del partito – e alla Bandiera Italiana. Mentre Silvio Berlusconi pronuncia il suo discorso si sporge verso la videocamera, come per volersi avvicinare all’utente, nonostante si trovi dietro ad una scrivania che sottolinea l’effettiva distanza posta tra il politico e il cittadino.
L’ambientazione varia leggermente a seconda del canale in cui viene trasmesso il messaggio: ad esempio, in una breve intervista proposta dal TG1, le foto che rimarcano il passato glorioso sono rimpiazzate dalle fotografie con i figli e i nipoti. La mossa è sicuramente volta a rassicurare l’audience famigliare che segue il telegiornale.
https://www.tiktok.com/@silvio.berlusconi/video/7138323064781065478?is_copy_url=1&is_from_webapp=v1
Calenda su Tiktok
Carlo Calenda commette un errore simile, andando a definire i classici content creator della piattaforma, finendo per stereotipare e muoversi al limite del body shaming “non posso dare consigli di make-up perché c’ho la pancia e sono brutto”. Calenda dice poi di voler utilizzare il suo canale in modo alternativo, come se fosse un esperimento sociale, per parlare di politica. Ciò dimostra come Calenda sia a digiuno delle pratiche di TikTok, ignorando il fatto che su TikTok ci siano molti giovani ed esperti che espongono in maniera chiara tematiche serie ed importanti. Come riporta il commento di un utente “Benvenuto su TikTok dove si diffonde conoscenza e dove non si vede un balletto dal 2017. Parlare di politica e cultura è molto comune qui. […]”.
L’inquadratura di Calenda è decisamente meno impostata rispetto a quella di Berlusconi: rimanda al passato con la classica libreria alle spalle, ma troviamo il leader in piedi, senza giacca, più sciolto e trasparente. Ritornando alla libreria, vediamo come questa sia sfocata e non in risalto e come compaia solo in parte il logo della coalizione “Terzo Polo”, come se fosse un posizionamento casuale e non intrusivo.
Un elemento che colpisce è anche l’acustica, amatoriale e non prodotta da un microfono professionale: è di fatto innegabile la presenza di un’eco.
https://www.tiktok.com/@carlocalendaofficial/video/7136111867948207366?is_copy_url=1&is_from_webapp=v1
Renzi su TikTok
Matteo Renzi adotta invece una comunicazione più efficace: la qualità dell’immagine è ottima, l’acustica è professionale, in sottofondo è stata scelta una musica quasi eroica, vengono sovrapposte delle immagini a sostegno delle parole del candidato. Tuttavia sono usati degli effetti di transizione obsoleti e quasi elementari, come dissolvenze e rimbalzi.
Il video realizzato da Renzi funziona anche per i concetti espressi. A differenza dei colleghi sopra citati, non va a descrivere il pubblico, ma cerca di presentarsi a loro, utilizzando anche un linguaggio ironico ed emotivo, come quando rimanda alla bellezza di Firenze o al suo passato da Scout.
Renzi dimostra di conoscere il linguaggio di TikTok integrando una citazione al “corsivo”, fenomeno spopolato negli ultimi tempi, e riferendosi alla sua videointervista divenuta virale sul Social con “First reaction: shock”. Il candidato invita gli utenti a seguire ciò che ha da dire con “e se vi va… qui ci siamo”.
https://www.tiktok.com/@matteorenziufficiale/video/7138319181010767110?is_copy_url=1&is_from_webapp=v1
Il Pd su TikTok
Come mai il Partito Democratico ha deciso di creare un profilo comunitario di partito e non un forte profilo personalizzato dedicato al suo leader Enrico Letta? Spicca, oltre alla scelta dell’username che rimarca la volontà di spersonalizzazione del partito, la scarsità di video in cui Letta parla direttamente agli utenti di TikTok, preferendo riprese di comizi in piazza o video girati dai suoi collaboratori. Non a caso, il primo video pubblicato dal PD non ha come protagonista Letta, ma Alessandro Zan che ripercorre la battaglia per i diritti, sostenuta negli ultimi anni, e incita i giovani a votare il 25 settembre “con il voto possiamo migliorare la nostra democrazia”.
https://www.tiktok.com/@partitodemocratico/video/7138333950086270214?is_from_webapp=1&sender_device=pc&web_id=7145393692077000198
È evidente, quindi, che il Partito Democratico non vuole l’identificazione del partito con il volto di Letta, ma vuole che venga trasmessa l’immagine di un partito coeso tra i suoi collaboratori, in cui tutti sono sullo stesso piano.
Salvini su TikTok
Passiamo poi all’user più longevo, Matteo Salvini. Salvini adotta una comunicazione simile per ogni Social in cui approda: realizza video dall’impronta scandalistica, come il recente video in cui il ministro degli esteri Di Maio si trova in un locale a Napoli accompagnato dalle scritte “Ecco come il ministro degli esteri lavora per fermare la guerra…” e dalla sigla del cartone animato “L’Ape Maia”.
https://www.tiktok.com/@matteosalviniufficiale/video/7143683127871802629?is_from_webapp=1&sender_device=pc&web_id=7145393692077000198
O ancora i video amatoriali e ironici, come il video in cui il DJ Bob Sinclair sta suonando la sua hit “Freed from desire” e qualcuno dal pubblico canta: “Salvini is on fire”; scrivendo in descrizione: ”C’è anche questa versione. 😅 #bobsinclarunodinoi 🖤”. https://www.tiktok.com/@matteosalviniufficiale/video/7130375234615741702?is_from_webapp=1&sender_device=pc&web_id=7145393692077000198
Matteo Salvini utilizza molto le Live di TikTok, interagendo direttamente con il pubblico che è connesso per sostenerlo, ma anche per prenderlo in giro: a questi ultimi utenti Salvini risponde spesso con irriverenza e humor mostrandosi affatto spaventato dalle critiche. Nelle Live, egli mostra solitamente un’ambientazione casalinga e raramente istituzionale. È emblematica l’ambientazione del suo salotto, con il divano pieno di giocattoli dei suoi figli, qualche oggetto visibilmente fuori posto, una coperta piegata con indifferenza. Insomma: un salotto che potremmo ritrovare in una qualsiasi casa italiana.
Salvini utilizza questa strategia comunicativa per farsi percepire come “uno di noi”, come scrive nel video di Bob Sinclair, un uomo che fuori dagli ambienti istituzionali è uno come tanti, un uomo che tiene alla sua nazione come tiene alla sua famiglia.
Meloni su TikTok
Infine, Giorgia Meloni attua una strategia social di “ammorbidimento” della sua figura: posizionatasi nell’ala di estrema destra e, quindi, percepita come rigida e severa, ha bisogno di essere vista dai cittadini italiani ed europei come una donna amorevole che ha a cuore il bene del suo Paese, una donna genuina a cui piace divertirsi, un’amante degli animali e una madre.
Vediamo una normalizzazione della sua figura nel suo recentissimo video in cui impara a fare i tortellini insieme ad una signora bolognese. Nel video si mostra simpatica e volenterosa di imparare, mentre è intenta nello spiegare agli utenti come si chiude il tortellino bolognese.
https://www.tiktok.com/@giorgiameloni_ufficiale/video/7145843103075781893?is_copy_url=1&is_from_webapp=v1&item_id=7145843103075781893
Un altro esempio è il video in cui danza ad un comizio tenutosi a Bari, sottolineando innanzitutto il grande consenso di cui dispone e, in un secondo momento, il suo carattere allegro ed entusiasta.
https://www.tiktok.com/@giorgiameloni_ufficiale/video/7144425341279341830?is_copy_url=1&is_from_webapp=v1
Un ultimo video, invece, riguarda la sua strategia politica: Meloni riporta un frammento di un’intervista sostenuta da Enrico Letta in formato 16:9 e, quindi, contornata da una banda rossa sopra e una nera sotto, per via del formato utilizzato da TikTok in 9:16. Le bande che adattano il formato inappropriato al Social contengono delle scritte che citano le parole di Letta, evidenziandone alcune per enfatizzare il punto di vista, a parere di Meloni, inaccettabile. Il tutto è sottolineato da un effetto audio che va a ripetere e storpiare quasi in slow-motion le parole del leader del PD. In concomitanza, appare sotto il volto di Letta la scritta “MA È SERIO?” non allineata con le altre presenti nel video, ma leggermente in diagonale. Questo tipo di video è chiaramente mutuato dalla piattaforma Social Facebook, volto a creare indignazione nell’utente e a sbeffeggiare l’avversario politico.
Questo genere di comunicazione più aggressiva serve a ricordare ai suoi sostenitori che il carattere di donna decisa e ferma su alcune tematiche non è venuto meno e può convivere con il suo lato materno e amorevole.