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Intervista allo scrittore Erri De Luca
di Mattia Lasio
Una malinconia intrigante e struggente permea la prosa di Erri De Luca nel suo ultimo romanzo intitolato A grandezza naturale, pubblicato in primavera. Una prosa che esamina le differenze e i punti in comune tra generazioni passate, presenti e guarda al futuro e consente di fare pace con i demoni che, talvolta, si interpongono tra padri e figli.
De Luca cosa intende per ‘’commettere un libro’’?
«Uno scrittore sta da ospite presso il lettore che ha scelto proprio le sue pagine nel gran bazar dei libri. Commette il rischio di non essere all’altezza del tempo prezioso di chi legge. In apertura di A Grandezza Naturale mi sono giustificato per aver commesso questo libro circa rapporti estremi tra genitori e figli. So da lettore quanto posso apprezzare una lettura che mi toglie il peso di una giornata, mi fa dimenticare la stanchezza e anche la fermata dove devo scendere. So da lettore la responsabilità dello scrittore».
Nel libro lei parla del dipinto ‘’Il padre’’ di Marc Chagall: che legame intercorre tra scrittura e pittura?
«La pittura non ha bisogno di nessuna scrittura per essere percepita anche da chi non ha mai visto un quadro prima. È immediata, come la musica. Ma se vedo un dipinto di Raffaello e trovo un esperto che mi spiega il quadro, i colori, la visione, ecco che io vedo lo stesso quadro sotto una luce nuova, più intensa e profonda. Ecco che cosa può fare la scrittura, non la didascalia sotto l’immagine, ma l’offerta di un’alta definizione di quello che si sta vedendo».
Lei scrive che per un artista il futuro è un terreno seminato già: il presente invece?
«Lo scrivo in una pagina, dove credo sia giusta dentro quella specifica narrazione. Non sono un teorico, non formulo massime, un personaggio arriva a delle conclusioni che funzionano per lui in quel momento. Il presente è l’unico tempo che abbiamo, il nostro verbo essere. Passato e futuro sono tempi verbali».
Cos’era per lei la libertà da ragazzo e cosa è adesso?
«La libertà di abbandonare casa, andare da solo allo sbaraglio, alla malora, fu all’inizio entrare in un deserto spalancato, dove ogni direzione era buona per perdersi. La libertà di un figlio si riduce a due possibilità, obbedire o disobbedire, docile o ribelle. Si oscilla tra le due, si sperimentano entrambe».
Scrivere significa tacere più profondamente?
«Scrivere per me significa ammettere la distanza in cui mi trovo dagli altri. Sento di non poterli raggiungere e allora scrivo una storia, come infilare una lettera in una bottiglia e affidarla al mare. Scrivere è un atto solitario e di solito stando con se stessi si tace. Io invece sussurro quello che sto scrivendo, perché le mie storie sono orali nella mia testa e la mia frase non è più lunga del fiato che ci vuole a pronunciarla».
Come combattere l’analfabetismo volontario?
«L’ignoranza oggi è volontaria, non proviene cioè da analfabetismo. Si hanno i mezzi per conoscere e si preferisce ugualmente la presunzione delle proprie congetture, a dispetto delle evidenze. Noi oggi ammettiamo come una opinione tra le tante il caso clinico di chi ha deciso di credere che la terra è piatta. Si tratta di caso clinico perché implica il gigantesco complotto della scienza che vuole fuorviare l’umanità, da Copernico in poi. Del resto ci sono pure quelli che credono che Elvis Presley sia vivo e si nasconda da qualche parte».
Le distanze profonde avvicinano: quindi le affinità e la vicinanza con l’andare del tempo stancano?
«Si rinnovano insieme al tempo e alla vita che scorre e mette alla prova le vicinanze e le affinità. Se non si rinnovano, decadono».
La mancanza di affetto è solo colpa dei soldi?
«La mancanza di affetto in una famiglia è la peggiore sventura. Può dipendere dai soldi, troppi o troppo scarsi, ma dipende di più da errori commessi nella scelta della coppia di partenza».
Lei definisce la verità una scoperchiatura: perché?
«Quella dello sterminio nazista che l’Armata Rossa scopre a Treblinka è la scoperchiatura dell’Infamia umana. Anche la penicillina scoperta da Fleming è una scoperchiatura dell’effetto salvifico antibiotico. La geografia della Terra esplorata dai navigatori vagando per secoli negli oceani è una scoperchiatura. Ma questa è solo la mia definizione della verità».
Una persona è realmente in grado di essere padrona di se stessa?
«Bisogna chiederlo alla persona. Se non è reticente e accetta di rispondere, ammetterà di essere riuscita poche volte a intervenire su se stessa, a governare le sue possibilità».