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Tredici lingue in Italia, ora sono dodici ma presto potrebbe arrivare il noneso

Tredici potrebbero diventare le lingue dell’“ordinata” Torre di Babele nostrana. Attualmente sono dodici le lingue parlate da alcune minoranze linguistiche, ufficialmente riconosciute in Italia: albanese, catalano, croato, francese, francoprovenzale, friulano, germanico, greco, ladino, occitano, sardo, sloveno. A parlarle sono quasi tre milioni di persone.

Ed ecco che si profila all’orizzonte la tredicesima: il noneso.

Che cos’è il noneso

Il noneso è la lingua degli Anauni, una lingua antica di derivazione romanza. Secondo alcuni studiosi, il noneso è una variante del ladino dolomitico, mentre per altri non è altro che l’adattamento temporale linguistico al latino della lingua reto-romanza che veniva parlata nelle valli del Noce. La legge n. 482 del 1999 stabilisce che è sufficiente il 15% della popolazione che si dichiari parte di una minoranza linguistica per considerarsi tale. Nel censimento del 2001 il 18% della popolazione nonesa si dichiarò ladina e in quello del 2011 il dato salì al 25%. Nel 2017 venne approvata anche una mozione in parlamento per riconoscere la popolazione nonesa come minoranza linguistica.

Siamo in Trentino e l’argomento torna attuale.

Il progetto della ladinità nonesa

“In qualità di assessore regionale agli enti locali sosterrò convintamente quei Comuni della Val di Non e della Val di Sole che chiederanno il riconoscimento della ladinità nonesa”. È quanto ha sostenuto l’esponente della regione durante l’incontro istituzionale avvenuto nel comune di Novella con il sindaco e la giunta del Paese che proprio 48 ore prima in consiglio comunale avevano approvato all’umanità una mozione per chiedere alla Provincia autonoma di Trento l’appartenenza alla minoranza ladina. La richiesta di Novella si va ad aggiungere a quelle già presentate da Sfruz, Romeno e Ville d’Anaunia, ma molti altri comuni, fanno sapere, hanno in programma nel prossimo consiglio comunale di far approvare una delibera che vada nella stessa direzione. “Abbiamo avanzato questa richiesta perché riteniamo giusto che venga riconosciuta la ladinità nonesa – fa sapere il sindaco di Novella, Donato Preti. Vogliamo che enti provinciali e regionali riconoscano questo diritto ai nostri concittadini”. 

La legge sulle minoranze linguistiche 

legge n.482 del 1999

È una legge che prevede in pochi articoli un ampio spazio alle lingue delle minoranze. Per esempio, entrano immediatamente nelle scuole, a partire dalle materne: “Nelle scuole materne dei comuni di cui all’articolo 3, l’educazione linguistica prevede, accanto all’uso della lingua italiana, anche l’uso della lingua della minoranza per lo svolgimento delle attività educative. Nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado è previsto l’uso anche della lingua della minoranza come strumento di insegnamento”.

Persino le Università adottano programmi di insegnamento che prevedano la lingua di minoranza: “le università delle regioni interessate, nell’ambito della loro autonomia e degli ordinari stanziamenti di bilancio, assumono ogni iniziativa, ivi compresa l’istituzione di corsi di lingua e cultura delle lingue di cui all’articolo 2, finalizzata ad agevolare la ricerca scientifica e le attività culturali e formative a sostegno delle finalità della presente legge”. Anche negli uffici della pubblica amministrazione e persino negli organismi istituzionali si fa uso della lingua di minoranza. Dall’uso orale e scritto della lingua ammessa a tutela sono escluse le forze armate e le forze di polizia dello Stato. 

Per approfondimenti sul tema segnaliamo:

https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DOSSIER/0/1022617/index.html?part=dossier_dossier1-sezione_sezione11-h1_h14