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3 Marzo 2023Trentacinque al giorno: il fenomeno dei bambini scomparsi in Italia
Angela, Denise e i sommersi, dimenticati dalle luci della cronaca
I dati della Polizia riguardanti il 2022 parlano chiaro: circa trentacinque minori sono scomparsi ogni giorno dal territorio italiano. Il dato fa riferimento alle sole scomparse denunciate. Di questi bambini, solo poco più di un terzo è stato ritrovato. Tra coloro dei quali non si hanno più notizie, anche denunce mai ritirate e minorenni allontanatisi volontariamente dagli istituti o dalle comunità affidatarie di provenienza. Altri, portati oltre confine o recativisi volontariamente, si sarebbero avvicinati alla malavita col sopraggiungere del silenzio delle cronache. Da segnalare, anche numerosi casi di sottrazione internazionale di minori, ovvero di bambini portati all’estero da un genitore. Nel solo anno 2010 furono registrati ben 1314 minorenni sottratti, soltanto un terzo dei quali ha poi fatto ritorno in Italia.
Un problema italiano, europeo e mondiale
Ogni anno, il 25 maggio, si celebra la Giornata Internazionale dei Bambini Scomparsi, una ricorrenza istituzionale, onorata con convegni e iniziative, la quale intende sensibilizzare su questo fenomeno e ricordarne le vittime. È attivo inoltre il numero unico europeo, 116000, al quale è possibile effettuare segnalazioni di minorenni scomparsi. A tale numero è associato a livello nazionale anche il sito internet www.116000.it .
Cittadini italiani e non
Tra le persone minori di diciotto anni sparite in Italia, e mai ritrovate, si rileva una grande maggioranza di stranieri clandestini. Un dato che è già in aumento e che continuerà a crescere con il protrarsi della guerra in Ucraina. Il dato dei ritrovamenti per il solo 2022 è invece a favore degli italiani: 72,11%, molti dei quali allontanatisi forse a causa di disagi familiari, genitoriali e relazionali, contro il 31,17% di stranieri. Sono però tutti connazionali, coloro i quali nomi sono da anni sotto i riflettori della cronaca nera. Qualcuno ha riabbracciato la sua famiglia, ma molti altri sembrano essere stati inghiottiti dal buio.
I nomi più noti
Il caso più noto è sicuramente quello di Denise Pipitone, bambina di quattro anni sparita nel 2004 a Mazara del Vallo, in Sicilia, le ricerche della quale non si sono mai fermate, grazie soprattutto alla tenacia e alla speranza della famiglia, in modo particolare della mamma Piera Maggio. La donna, tra le varie iniziative, è fondatrice della Associazione “Cerchiamo Denise” onlus e del sito web www.cerchiamodenise.it. Solo pochi mesi fa è stato effettuato il test del DNA su una ragazza che sosteneva di essere la piccola Pipitone, ma l’esame ha riportato un esito negativo.
Indimenticabile anche il caso di Angela Celentano, sparita a tre anni, nel 1996, durante una gita sul monte Faito con la famiglia e altre quaranta persone della comunità evangelica di Vico Equense, in provincia di Napoli. Le indagini erano state chiuse nel 2020, ma lo scorso febbraio è stata effettuata l’analisi del DNA di una modella venezuelana, che aveva dichiarato di essere Angela. Non è stata però rilevata alcuna corrispondenza tra il codice genetico della ragazza e quello dei genitori.
Il caso Notarnicola
Peculiare l’epilogo della sparizione di Sebastiano Notarnicola, cinque mesi, avvenuta a Milano nel 1978. Il bambino, proveniente da una famiglia indigente, era stato rapito in un bar da Laura Macchi (nome falso di Aurora Bonato), aspirante madre e vittima di numerose gravidanze isteriche, e Walter Croci. La famiglia e la polizia lo cercano per qualche tempo, ma le indagini vengono dichiarate concluse. Dodici anni dopo, l’incendio della loro abitazione, nel lecchese, riporta i Croci sulle pagine dei giornali e Sebastiano, che fino ad allora aveva vissuto con il nome di Hermann, viene riconosciuto dai genitori naturali, nella casa dei quali viene riportato nel 1990. Partirà poco più che maggiorenne per il servizio militare, senza mai riuscire a stabilire rapporti solidi con il padre, morto dopo qualche mese, la madre e i fratelli. L’uomo risiede attualmente in provincia di Monza e Brianza con la compagna, la quale, sostiene, gli ha dato la sua unica vera famiglia. Non ha mai superato il distacco da Bonato e Croci, del quale, dice, avrebbe voluto mantenere il cognome.