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Smantellata una potente organizzazione criminale
di Silvia Cegalin
Tutto inizia con una richiesta di amicizia in un qualsiasi social. Un’azione banale cui dietro può insediarsi una minaccia che, in quel momento, viene considerata imprevedibile dalla possibile vittima.
La maggior parte delle truffe romantiche, se non tutte, incominciano così: da una semplice richiesta di contatto. E se ciò si verifica è perché è ancora salda la convinzione che la dimensione online sia, nonostante tutto, una safe zone. A proposito è interessante fare un paragone: quante persone si fiderebbero se uno sconosciuto le fermasse per strada, e dopo essersi presentato con il solo nome, chiedesse loro il numero di telefono o la via di casa? Probabilmente pochissime.
Al contrario, se qualcuno invia richieste di contatto o messaggi nei social, l’attitudine generale è quella di accettare e/o rispondere ad esse, perché è come se il monitor del pc creasse un filtro di protezione, rendendo le azioni e scelte che si fanno nel mondo virtuale più innocue rispetto a quelle presenti nel mondo reale.
Un’ingenuità, questa, che spesso si paga a caro prezzo.
La fine psicologia dello scammer romantico
Le romance scam si differenziano dalle altre frodi informatiche, qui lo scammer non punta a una vittima qualsiasi, non invia milioni di richieste di contatto indifferentemente (come succede con il phishing ad esempio). In questo caso il truffatore prima di colpire, mira e studia attentamente i vari profili social, Facebook e Tinder in particolare e, una volta individuata la propria preda, ne analizza i gusti, le preferenze, lo stato sociale, talvolta cercando ulteriori informazioni su Google.
In contemporanea “il seduttore” crea un account in simbiosi con quello della vittima scelta, elencando interessi simili. Questa fase viene definita di profiling, in quanto il profilo viene costruito ad hoc unicamente per il proprio bersaglio; tuttavia si presentano caratteristiche comuni in tutti i profili falsi: lo scammer svolge un lavoro affascinante, avventuroso o pericoloso (militari, piloti o medici in missione), sono vedovi e, non di minore importanza, sono di aspetto piacente (le foto per il loro fake account sono infatti spesso rubate a personaggi famosi o da profili di militari autentici).
Tra le vittime di questi ingegnosi scammer figurano prevalentemente donne di età comprese tra i 25 e i 60 anni (ma non sono rari casi anche di vittime di età superiore), fondamentalmente sole, vedove o affette da qualche patologia, ma ben istruite e con un’elevata disponibilità economica, indotte, a causa della capacità manipolatoria del truffatore, a fidarsi, pensando che questo fortuito incontro porrà fine alla loro solitudine.
Con il trascorrere del tempo e un fitto scambio di messaggi e video call (per i video è bene precisare che sono fasulli, il truffatore per ingannare la vittima usa applicazioni che permettono di configurare il video come meglio crede), lo scammer fa leva su sentimenti di affetto della vittima, e quando è sicuro che il rapporto è solido, inizia a chiedere denaro con la scusa di risolvere una situazione critica o famigliare.
Una frode in aumento: tra organizzazioni criminali internazionali e solitudine
Le truffe romantiche sono diffuse praticamente in tutto il mondo. In Italia nel 2021 sono cresciute del 118% rispetto all’anno precedente, coinvolgendo più di 300 persone a cui sono stati sottratti ben 4,5 milioni di euro, senza contare i profondi danni psicologici che queste truffe lasciano nella vittima.
Come si legge in una comunicazione diramata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Ferrara dietro le love scam si hanno, o organizzazioni strutturate solitamente con sede in paesi africani, in particolare Costa D’Avorio e Nigeria, o soggetti che operano individualmente in modo seriale.
E proprio dalla Nigeria erano gli scammers appartenenti a una rete criminale smantellata dai Carabinieri lo scorso mese: si parla di 19 arresti di cittadini nigeriani di età compresa tra i 22 e i 42 anni avvenuti tra le province di Savona, Bolzano, Como, Milano, Mantova, Rovigo, Pistoia e Siena, con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio internazionale di denaro per reati compiuti tra il 2019 e il 2021. 433 le vittime e che ha fruttato ai truffatori 2 milioni di euro, un giro d’affari che potrebbe valere oltre 5 milioni di euro.
Purtroppo questo tipo di reato continua a crescere anche a fronte del fatto che le vittime raramente denunciano, molte di esse si vergognano di essere state raggirate, e provano anche forti sensi di colpa per aver creduto e aver donato soldi a chi, alla fine, le ha prese in giro approfittando della loro infatuazione; una vergogna così grande che l’accaduto viene pure nascosto ad amici e familiari.