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25 Gennaio 2025Trump a raffica
Non ha perso tempo Donald Trump, dopo il nuovo mandato che lo vede nuovamente insediato alla Casa Bianca, ha ricominciato ad alimentare polemiche e discutibili narrative.
Nella sua prima intervista rilasciata all’emittente televisiva Fox News, il neoeletto ha riproposto una raffica di affermazioni, già smentite in precedenza. Ha ripescato vecchie accuse e introdotto nuove interpretazioni con l’obiettivo di consolidare il proprio consenso tra i fedelissimi e non.
Tra i temi affrontati dal tycoon anche la rivolta del 6 gennaio 2021, che il politico ha descritto come una “protesta contro un’elezione truccata”. Nonostante il comitato della Camera, incaricato di indagare sull’assalto, avesse pubblicato un rapporto dettagliato di oltre 800 pagine e archiviato trascrizioni di 140 testimoni e un milione di documenti, il tycoon insiste. Afferma che l’ex presidente della Camera Nancy Pelosi abbia respinto l’offerta di inviare 10.000 soldati per garantire la sicurezza del Palazzo, una dichiarazione priva di riscontri. Al contrario, Pelosi ha dichiarato più volte di non aver ricevuto alcuna proposta e di non avere, in ogni caso, l’autorità per approvarla.
Durante l’incontro, Trump ha anche sostenuto di aver conquistato, nelle recenti elezioni, “il voto dei giovani”. Tuttavia, dati ufficiali e sondaggi autorevoli mostrano che la sua avversaria, la vicepresidente Kamala Harris, ha prevalso in questa fascia di elettori, con margini significativi. Non è mancato un attacco al sistema elettorale americano, definito “degenere” e guidato da democratici “imbroglioni”. Anche in questo caso, la realtà racconta una storia diversa: le campagne del 2020 e del 2024 sono state libere, sicure e certificate.
Un altro cavallo di battaglia del leader dei GOP è l’immigrazione. Il neo eletto ha dichiarato che sotto l’amministrazione Biden sarebbero entrati “21 milioni” di migranti, una cifra ben lontana dai dati ufficiali che ne indicano meno di 11. Proprio in relazione alla tematica che tanto sta a cuore al tycoon risultano partiti una raffica di ordini esecutivi con l’intenzione di “proteggere i confini”. I funzionari repubblicani stanno infatti pianificando la sospensione temporanea, a partire dal 27 gennaio, del programma di ammissione dei rifugiati, nonché la fine dello “ius soli” che garantisce la cittadinanza per diritto di nascita, sancita dal 14esimo emendamento della Costituzione dal 1868.
All’ordine del giorno anche la fine della politica nota come “catch and release”, che ha permesso di rilasciare coloro che non hanno uno status legale dalla detenzione in attesa di un’udienza del tribunale per l’immigrazione. Fra le misure al vaglio anche la designazione dei cartelli criminali. In futuro gang come Tren de Aragua, potranno essere equiparate a gruppi terroristici e essere sradicate con maggiore facilità dal territorio americano.
Tra false affermazioni e promesse di “salvare l’America”, Trump si prepara a combattere vecchie battaglie e a rilanciare una visione di sé come unico baluardo contro un sistema da lui definito anacronistico e viziato.