USA, un altro attentato a Trump, sono 17 nella storia dei Presidenti

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USA, un altro attentato a Trump, sono 17 nella storia dei Presidenti

Kennedy


Di tutti i 45 inquilini della Casa Bianca, almeno 13, sono stati oggetto di tentati omicidi, o omicidi veri e propri. Quattordici se si aggiungono gli ultimi incidenti che hanno coinvolto Trump.

Ci risiamo. Domenica 15 Settembre, Donald Trump era finito nuovamente nel mirino di un fucile d’assalto AK-47, mentre giocava a golf nella sua proprietà di West Palm Beach, in Florida. Per fortuna questa volta, l’ex Presidente ne è uscito completamente illeso, grazie al pronto intervento degli agenti che avevano notato fra i cespugli la presenza sospetta dell’attentatore. Niente di paragonabile a quanto accaduto solo due mesi prima, quando nel pieno di un comizio a Butler, in Pennsylvania, un ventenne appostato sul tetto di un capannone nei pressi del palco, aveva aperto il fuoco con il suo fucile semiautomatico e colpito Trump all’orecchio, consegnando a questa campagna elettorale e alla storia l’immagine iconica dell’eroe sanguinante che solleva il pugno dinanzi al suo popolo.

Quanti sono i Presidenti americani che hanno subito un attentato?

Episodi sconvolgenti, ma non inediti per gli Stati Uniti, già altre volte teatro di violenza politica nei confronti di Presidenti, ex Presidenti e candidati presidenziali dei principali partiti. Quello a Trump è l’ultimo di una lunga serie di attentati che, stando a un report datato 2008 curato dal Congressional Research Service, si sono verificati in 15 diverse occasioni, cinque delle quali dall’esito più estremo.

Semplificando, di tutti i 45 inquilini della Casa Bianca, almeno 13, sono stati oggetto di tentati omicidi, o omicidi veri e propri. Quattordici se si aggiungono gli ultimi incidenti che hanno coinvolto Trump. Il trend si aggrava ulteriormente se si restringe l’arco temporale, all’epoca più recente. Sono almeno sette degli ultimi nove Presidenti ad essere finiti nelle mire di attentatori. Sopravvissuti Gerald R. Ford (due volte nel 1975), Ronald W. Reagan (una sparatoria quasi mortale nel 1981), Bill Clinton (quando la Casa Bianca è stata attaccata nel 1994) e George W. Bush (quando un aggressore ha lanciato un’arma da fuoco).

Come noto, invece, non ce la fece invece John Kennedy.

Il suo è stato il più celebre e tramandato fra gli attentati, quello che nell’immaginario collettivo internazionale ha fatto perdere agli States la sua faccia innocente.

Innocenza che, in realtà, non c’è mai stata. La stessa sorte di Kennedy, infatti, toccò agli altri suoi predecessori William McKinley nel 1901, James Garfield nel 1881 e Abraham Lincoln nel 1865, componendo quasi una sorta di consuetudine per gli Stati Uniti di fine Ottocento.

Non solo Presidenti, ma anche candidati nel pieno della corsa verso la Casa Bianca hanno subito lo stesso trattamento. Nel 1968, la maledizione della famiglia Kennedy si concretizzò nell’assassinio a Bob, fratello di John, poco dopo aver vinto le primarie in California. Qualche anno più tardi è il governatore dell’Alabama George Wallace, candidato anch’egli alla presidenza, ad esser colpito da un sparo, che lo lasciò paralizzato a vita negli arti inferiori.

Nel Paese che ha l’ossessione per Dio e per le armi, il primo attentato contro un Presidente, di cui si ha notizia è quello 1835, contro Andrew Jackson. La pistola del suo aggressore si inceppò mentre gliela puntava addosso. Insoddisfatto, tuttavia, ne usò un’altra che fece cilecca anch’essa.

A fare da filo conduttore a tutti questi attentati, nel corso della storia, è il profilo degli aggressori. Per lo più lupi solitari, sempre con armi da fuoco e in luoghi affollati, motivati da ragioni solo marginalmente politiche. Gli episodi violenza estrema contro politici e rappresentanti delle istituzioni, tuttavia, non sono una esclusiva degli Stati Uniti.

I casi di attentati politici in Europa

L’Europa, ad esempio, proprio negli ultimi mesi, ha osservato una esasperazione di questo fenomeno, culminata nel caso più eclatante che ha riguardato il premier slovacco Robert Fico, cui hanno fatto da sfondo altre aggressioni meno mediatiche, ma pur sempre preoccupanti, soprattutto in Germania.

Si è da pochi mesi celebrato il secondo anno, inoltre, della morte di Shinzo Abe, il Primo Ministro del Giappone, assassinato in patria durante un comizio elettorale.

I casi di attentati politici in Sudamerica 

E come dimenticarsi le immagini così nitide ed eloquenti del tentativo di omicidio contro la Vice-Presidente dell’Argentina, Cristina Kirchner? Restando in Sudamerica, è del 26 Settembre la diffusione di una nota delle agenzie governative del Brasile, secondo cui solo nel 2024 sono stati oltre quattrocento i casi di violenza politica, con un numero di omicidi pari a quindici, in aumento con l’avvicinarsi del primo turno delle elezioni comunali, previsto il 6 Ottobre.

Un linguaggio politico sempre più diviso e polarizzante, disinibito che trova facile individuare e demonizzare nemici veri e propri da abbattere. Può essere questa una delle cause che accomuna questo fenomeno, troppo comune nel mondo e nella storia, tuttavia e che per questo, è alimentato da ben altro.