Verdetto Trump, il “processo del silenzio”

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Verdetto Trump, il “processo del silenzio”

Donald Trump, per ascoltare il verdetto del “processo del silenzio” che lo vedeva come unico imputato, si è collegato virtualmente dalla sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida.  Il giudice Juan Merchan ha emesso una sentenza che ha fatto e farà discutere: nessun giorno di carcere né alcuna restrizione per il neo eletto presidente che, a soli dieci giorni dall’insediamento per il suo secondo mandato, previsto per il 20 gennaio, potrà concentrarsi ora solo sul suo programma politico.

Merchan, in una dichiarazione, ha sottolineato che questa era l’unica opzione legale disponibile, nonostante abbia evidenziato la gravità dei crimini per cui “The Donald” è stato condannato. Il federale ha spiegato che le protezioni legali dovute alla carica presidenziale hanno avuto un peso determinante nella sua decisione.

Il caso ha avuto origine nel 2017, quando il tycoon ha autorizzato un piano per falsificare dei registri contabili al fine di coprire i rimborsi per un pagamento di denaro alla star del cinema per adulti Stormy Daniels. Una giuria unanime, dopo sette settimane di processo, ha riconosciuto il politico colpevole di 34 reati e ha evidenziato come il tycoon abbia agito per proteggere la propria immagine prima delle elezioni del 2016. Tra i testimoni chiave Michael Cohen, ex avvocato e uomo di fiducia di Trump, che ha ricevuto il denaro per il pagamento di 130.000 dollari effettuato per garantire il silenzio dell’attrice legato un presunto incontro sessuale con il magnate. Durante il dibattito, Cohen e altri testimoni hanno rivelato come l’allora candidato presidenziale fosse soddisfatto per come era riuscito a non far emergere la vicenda prima della tornata elettorale.

Durante l’udienza, Trump ha definito il processo “una caccia alle streghe politica” e “un attacco diretto al sistema giudiziario”, ha inoltre continuato a ribadire la propria innocenza, oltre a sottolineare di non aver fatto “nulla di male”. Il procuratore Joshua Steinglass, nel suo intervento, ha criticato duramente il miliardario, accusandolo di aver alimentato il disprezzo per il sistema giudiziario per fini personali, minando la fiducia nelle istituzioni. 

Il giudice Merchan, pur riconoscendo le circostanze uniche del caso, ha sottolineato che la gravità dei reati commessi non è diminuita. “Donald Trump, il civile, non avrebbe ricevuto una sentenza così clemente”. Nonostante il verdetto, Trump e i suoi avvocati hanno già annunciato che continueranno a combattere, mantenendo aperta una battaglia legale che potrebbe segnare il corso della sua presidenza.